È chiaramente una partita a scacchi sul filo del bianco e del nero, quella tra l’Ucraina e la Russia e le forze che hanno alle loro spalle a reciproco sostegno. In una mattinata convulsa in cui in agenda c’era l’incontro tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Vladimir Putin, nelle prime ore del giorno sono arrivate le notizie ufficiali dal fronte russo di un parziale ritiro delle forze dal confine. Notizia che però è stata smentita dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: “Non ci sono segnali sul terreno che la Russia stia riducendo le truppe ai confini dell’Ucraina”. Allo stesso tempo, il capo dell’Alleanza ha sottolineato che “ci sono segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo è materia per un cauto ottimismo”. Circa la nuova polarizzazione delle forze Stoltenberg ha aggiunto: “Siamo pronti a discutere delle relazioni Nato-Russia, della sicurezza europea, compresa la situazione all’interno e intorno all’Ucraina e la riduzione del rischio, la trasparenza e il controllo degli armamenti. Ma non scenderemo a compromessi sui nostri principi fondamentali. Ogni nazione ha il diritto di scegliere la propria strada”. Prima dell’inizio dell’incontro con Scholz, in corso ora a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha infatti approvato in linea di principio la risposta della Russia agli Stati Uniti e alla Nato sulle garanzie di sicurezza, che sarà presto finalizzata e trasmessa alla controparte. La notizia è arrivata dall’agenzia La Presse che riporta le parole del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri polacco, attuale presidente dell’Osce Zbigniew Rau.
L’ironia di Valdimir Putin
Se la notizia di una iniziale apertura diplomatica da parte del Cremlino è stata confermata, dallo stesso fronte si ribadisce con insistenza la fissazione “maniacale” della Nato circa i possibili bombardamenti contro l’Ucraina. “A volte il presidente Vladimir Putin ‘scherza’ sugli allarmi degli Usa e dei loro alleati occidentali riguardo a un’invasione russa in Ucraina e “ci chiede di controllare se hanno pubblicato l’ora esatta in cui comincerà la guerra”. Lo ha riferito ai reporter il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov che ha aggiunto: “Per noi è impossibile capire la follia di questa informazione maniacale da parte degli americani”.
Il gioco delle parti di questa mattina
Nell’attesa del vertice con Scholz, questa mattina il ministero della Difesa russo aveva fatto sapere che alcune forze schierate per le esercitazioni militari nei pressi della frontiera ucraina stanno rientrando alle loro basi. Una notizia interpretabile come possibile segno di distensione. “Unità dei distretti militari meridionali e occidentali, che hanno completato i loro compiti, hanno già iniziato a caricare i mezzi di trasporto ferroviari e terrestri e oggi inizieranno a rientrare alle proprie basi”, ha dichiarato in una nota il generale maggiore Igor Konashenkov, portavoce della Difesa russa. “Mentre le misure di addestramento al combattimento si avvicinano alla conclusione, le truppe, come sempre avviene, effettueranno marce combinate alle proprie basi permanenti”, hanno aggiunto da Mosca. L’incontro con Putin, ha fatto sapere fa sapere la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, sarebbe stato quello di chiedere alla Russia di “ritirare le proprie truppe” schierate ai confini dell’Ucraina. Una richiesta che è stata quindi, di fatto, anticipata, almeno in parte.
La portavoce del ministero degli Esteri russo: “Svergognati senza sparare un colpo”
In merito a questo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha pubblicato un posto su fb in cui afferma che “la data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo”. Sembra, insomma, che la convinzione statunitense di un attacco russo previsto per il 16 febbraio sia stata smontata definitivamente con questa azione.