venerdì, Aprile 19, 2024

Mafia, arrestati un boss e il figlio

Volevano punire l’ex ministro Mario Baccini, per conto di una nobildonna

Felice Cavallaro per il Corriere della Sera (Corriere.it) ricostruisce tutta la vicenda che ha portato all’arresto di un uomo e del figlio per il reato di associazione di tipo mafioso. Gli arresti scattano di nuovo dopo vent’anni di carcere a pene alternate per il conosciutissimo 73enne, aiuto primario alla Chirurgia del Civico di Palermo negli anni Ottanta, un piede nella politica e l’altro nella mafia. Arresti domiciliari per il boss rimasto dieci anni al 41 bis. Da qualche tempo trasferitosi a Roma. Va peggio al figlio maggiore, finito in carcere per la stessa inchiesta dei carabinieri del Ros che, grazie ai trojan inseriti nei cellulari, hanno anche ricostruito le minacce di padre e figlio per la soluzione di un contenzioso da 16 milioni di euro. Un affare a sostegno di una nobildonna romana contro una filiale dell’Unicredit. Pronti ad eliminare ogni ostacolo anche se nella contesa finanziaria saltava fuori il nome dell’ex ministro Mario Baccini. Con il 73enne determinato: «Se poi a Baccini gli si devono rompere le corna per davvero, gliele rompiamo». Questa vecchia conoscenza dell’antimafia è stata sempre seguita con la stessa costante attenzione dedicata al fratello, a sua volta, cognato dell’imprendibile super latitante. Un monitoraggio che confermerebbe come il boss non avrebbe mollato i rapporti con la roccaforte operativa del quartiere Brancaccio a Palermo. Coltivando, secondo l’ultima inchiesta, nuovi traffici loschi a Roma. Con “il dottore” coinvolto perfino in una partita di droga, trasferendo 300 mila euro in Brasile per fare trasportare un carico dal Sud America in Olanda. Spicca in queste storie la figura del figlio. Le modalità della “famiglia” erano apparentemente di appianamento e mediazione. Proprio a Roma “il dottore” sperava di assecondare la richiesta di aiuto arrivata dalla signora, moglie di un noto chirurgo e già docente dell’Università “La Sapienza”. Il 73enne puntava a una ricompensa del 5 per cento sulla prima tranche da 8 milioni. Nei vorticosi colloqui finalizzati a sbloccare quei fondi l’uomo ha finito per coinvolgere un commercialista e un assistente di volo dell’Alitalia, che per la procura e la gip di Palermo Claudia Rosini “fungeva da mediatore con i dirigenti bancari”. Pronto il boss a far pesare minacce pesanti. Pronto alla violenza e “a dare legnate” parlando dell’ex deputato e senatore Udc Mario Baccini, ministro della Funzione pubblica fra il 2004 e il 2006 nel governo Berlusconi, poi fondatore del “Comitato nazionale per il microcredito”, istituto chiuso durante la permanenza di Mario Monti a Palazzo Chigi e poi riattivato. Ma il noto 73enne, ignaro delle intercettazioni, sapeva di non potersi esporre troppo: “Non ci posso andare io a rompergli le corna. Giusto? A me mi conoscono, ci deve andare uno che nemmeno conoscono perché se mi fanno una fotografia, mi conosce mezzo mondo…”. “Ho appreso la notizia dalla stampa con viva preoccupazione. Sapere di essere oggetto di attenzioni nefaste da parte della mafia, non è certo piacevole. Ma, detto questo, la cosa che mi rallegra è che questi signori ritengono che io sia stato un ostacolo alle loro attività illecite”. A dirlo è proprio Mario Baccini, attualmente consigliere di opposizione del Comune di Fiumicino, finito nel mirino del boss mafioso, ex primario dell’ospedale Civico di Palermo arrestato, insieme al figlio, in una operazione dei carabinieri del Ros. Non sono mancati messaggi di solidarietà dal mondo della politica all’ex ministro Baccini per le minacce ricevute.
AGGIORNAMENTO del 15.02.2022 ore 15.55

Messaggi di solidarietà

Il senatore William De Vecchis: “Esprimo la mia più sincera solidarietà al presidente dell’ente nazionale per il microcredito, Mario Baccini, per le minacce subite da parte del boss mafioso, arrestato ieri. La determinazione e il rischio corso da Baccini testimoniano il coraggio di contrastare le organizzazioni mafiose. La nostra Nazione e la nostra città hanno bisogno di questi esempi e di questi segnali di fermezza”. Il Sindaco di Fiumicino Esterino Montino: “Apprendo dalla stampa delle minacce rivolte a Mario Baccini da parte di alcuni esponenti mafiosi, emerse grazie a delle intercettazioni. Voglio esprimere al consigliere Baccini la mia solidarietà per le gravissime e violente parole rivoltegli. Colgo l’occasione per ribadire la nostra ferma condanna e il nostro impegno contro la malavita organizzata, ovunque essa si insinui o tenti di insinuarsi, a partire dal nostro territorio”. Solidarietà anche dalla Lega Fiumicino: “A Mario Baccini va tutto il nostro sostegno e la nostra solidarietà per le gravi intimidazione di cui, senza il pronto intervento dei Carabinieri che ringraziamo per lo straordinario e silenzioso lavoro quotidianamente svolto, sarebbe stato vittima. All’ex ministro e nostro collega in consiglio comunale la nostra stima per quanto sta emergendo. La lotta all’illegalità è e rimane una priorità per tutta la colazione di centrodestra”.
Redazione
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