domenica, Maggio 12, 2024

Pnrr, parla il premier Draghi: “La ricerca deve essere al centro della crescita dell’Italia, investiamo oltre 30 miliardi”

“La ricerca deve essere al centro della crescita dell’Italia. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) investiamo oltre 30 miliardi in istruzione e ricerca”. Così il premier Mario Draghi, intervenendo ai Laboratori nazionali del Gran Sasso, dove oggi si è recato in visita. “Finanziamo fino a 30 progetti per infrastrutture innovative di rilevanza europea. Nei prossimi 4 anni, destiniamo 6,9 miliardi di euro alla ricerca di base e applicata. A dicembre abbiamo pubblicato bandi, che si sono chiusi questa settimana, per un totale di circa 4,5 miliardi di euro. Finanzieranno cinque Centri nazionali, gli Ecosistemi dell’Innovazione territoriali e le Infrastrutture di Ricerca e di Innovazione. Il nostro obiettivo è favorire il progresso scientifico e coinvolgere le nostre migliori competenze”, ha aggiunto sottolineando: “L’impegno del Governo – e a questo proposito voglio ringraziare la ministra Messa per il suo lavoro – è partire dai giovani ricercatori. Il numero di nuovi dottori di ricerca in Italia è calato del 40% tra il 2008 e il 2019, ed è oggi tra i più bassi nell’Unione europea. Per invertire questa tendenza, raddoppiamo il numero delle borse di dottorato, dalle attuali 8-9 mila l’anno a 20mila, e ne aumentiamo gli importi. Finanziamo circa 2.000 nuovi progetti di giovani ricercatori sul modello dei bandi europei. E riformiamo i dottorati di ricerca per valorizzare il titolo anche al di fuori della carriera accademica, e formare competenze di alto profilo nelle principali aree tecnologiche. Realizzare il pieno potenziale della ricerca vuol dire puntare su chi è stato spesso ai margini di questo mondo: le donne”, ha rimarcato il presidente del Consiglio. Per troppo tempo le posizioni di vertice nella ricerca scientifica sono state appannaggio degli uomini. Oggi sono molte di più le ricercatrici italiane che si affermano ai massimi livelli. Penso a Lucia Votàno – che è qui con noi – la prima donna a dirigere i Laboratori del Gran Sasso. E a Fabìola Gianotti, direttrice del CERN e coordinatrice del progetto che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. Un numero sempre maggiore di scienziate guida progetti che spingono in avanti le frontiere della ricerca. Questi Laboratori, dove otto su 14 responsabili di progetto sono donne, costituiscono un esempio per tutti”, ha affermato ancora Draghi ricordando allo stesso tempo che “sono però ancora troppo poche le ragazze che scelgono studi scientifici. Tra le giovani immatricolate nelle università italiane, solo una su cinque sceglie le cosiddette materie “STEM” – scienza, tecnologia, ingegneria e matematica – la metà circa degli uomini. Si tratta di diseguaglianze che partono da lontano, addirittura dall’infanzia – ha rimarcato il presidente del Consiglio -. Lo ha ricordato nel 2010 un’altra grande scienziata, Margherita Hack, parlando dell’importanza di aver avuto genitori che non le avevano trasmesso comportamenti legati a stereotipi di genere. Per promuovere la partecipazione femminile al mondo delle scienze e della tecnologia dobbiamo intervenire lungo tutto l’arco dell’istruzione, dalla scuola all’università”. “Investiamo oltre un miliardo di euro per potenziare l’insegnamento delle materie STEM, anche con l’obiettivo di superare gli stereotipi di genere. Come previsto dalla Strategia nazionale per la parità di genere, puntiamo a portare la percentuale di studentesse in discipline STEM almeno al 35% degli iscritti. Di questo tema si è discusso nella scorsa settimana, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza. Questo dibattito – per Draghi – deve portare al più presto a risultati concreti”.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli