lunedì, Aprile 29, 2024

Crisi Russia-Ucraina, l’ira del presidente Biden: “Mosca pagherà un prezzo altissimo”

“La Russia si è mossa in modo innegabile contro l’Ucraina, dichiarando indipendenti” le repubbliche separatiste, “questo è l’inizio di un’invasione dell’Ucraina”. Lo ha detto in serata il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, annunciando che intende imporre contro la Russia sanzioni più dure di quelle che furono decise nel 2014 e “sempre più aspre se la situazione peggiorerà”. La prima tranche colpirà “le èlite russe e le loro famiglie”, il “debito sovrano” e su due grandi istituzioni finanziarie: così facendo “escludiamo il governo della Russia dalla finanza occidentale”. Queste sanzioni, avverte, sono però da ritenersi “difensive, non abbiamo alcuna intenzione di combattere contro la Russia”. Oltre alle sanzioni, gli Stati Uniti hanno avviato “un dispiegamento aggiuntivo” di truppe nei paesi Baltici. Sul gasdotto Nord Stream 2, si è detto intenzionato a “lavorare con la Germania” per impedire che venga avviato. “Chi, in nome di Dio, pensa di dare a Putin il diritto di dichiarare ‘nuovi Paesi’ quelli presenti in territori che appartengono ai loro vicini?”, si chiede Biden, che accusa Mosca di aver messo in atto una “violazione del diritto internazionale” che richiede “una risposta dura”. Un attacco contro l’Ucraina, aggiunge il presidente, potrebbe “partire anche dalla Bielorussia” dove Mosca ha mantenuto la sua presenza militare, e “anche nel Mar Nero ci sono manovre, hanno dispiegato sottomarini e missili cruise, hanno scorte di sangue e materiale medico, non ce n’è bisogno se non si sta pianificando una guerra”. La Russia potrebbe decidere di lanciare attacchi contro varie città ucraine, “compresa la capitale Kiev”.
Le sanzioni europee contro la Russia
L’Unione Europea ha raggiunto un accordo unanime tra i 27 stati membri sulle sanzioni da intraprendere contro la Russia, all’indomani della decisione di Mosca di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e di inviare truppe nel Donbass. “È un momento particolarmente pericoloso per l’Ue”, ha detto l’Alto Rappresentante Ue della Politica Estera Josep Borrell al termine della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri europei, “la Russia ha messo in campo una chiara escalation, questi sviluppi seguono chiaramente l’agenda del Cremlino sin dal 2008 e dal 2014”. Di fronte a questa situazione “gli europei, con una riposta rapida, in 24 ore, hanno raggiunto un accordo unanime per un pacchetto di sanzioni” che “faranno molto male alla Russia”. “I 351 membri della Duma russa (la Camera bassa, ndr) che hanno votato a favore di questa violazione della legge internazionale e dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina saranno nella nostra lista delle sanzioni”, ha spiegato Borrell, “colpiremo 27 individui ed entità che hanno ruolo nel minare o minacciare l’integrità territoriale, la sovranità dell’Ucraina e la sua indipendenza”, ha aggiunto. “Queste persone ed entità sono suddivise nelle seguenti aree: i responsabili di minacciare l’Ucraina, le entità che sostengono finanziariamente o materialmente, chi nel settore della Difesa sta giocando un ruolo nelle azioni di destabilizzazione e coloro che sono impegnati in questa guerra di disinformazione, e le banche che stanno finanziando i decisori russi in questi territori”. Ha proseguito l’Alto rappresentate: “Colpiamo inoltre i rapporti commerciali con i territori dei separatisti, esattamente come facemmo con la Crimea. Per assicurarci che i responsabili sentano realmente le conseguenze economiche delle loro azioni. Infine, colpiamo l’abilità del Governo e lo Stato russi di accedere al mercato di capitali e servizi finanziari, limitando il finanziamento delle loro politiche, limitando l’accesso al loro debito sovrano al nostro mercato finanziario. A questo pacchetto si aggiunge un’altra decisione non dell’Ue ma della Germania a cui voglio rivolgere una parola di apprezzamento per aver reso il nostro messaggio oggi ancora più forte annunciando lo stop della certificazione del gasdotto Nord Stream 2”.  “Gli sforzi diplomatici continueranno – ha aggiunto – dobbiamo prevenire ad ogni costo il conflitto. Abbiamo ora ricevuto la richiesta dell’Ucraina di aiutarli nell’affrontare attacchi cyber e noi manderemo una missione” per questo. “Finalizzeremo rapidamente il pacchetto di sanzioni”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che “hanno come target individui e società coinvolte in queste azioni, banche che hanno finanziato l’esercito russo e l’apparato e contribuito alla destabilizzazione”. “Limiteremo la capacità del governo russo di raccogliere capitali sui mercati finanziari europei”. Il riconoscimento di Donetsk e Lugansk da parte della Russia è “completamente inaccettabile”, ha aggiunto.
Stoltenberg: in atto una vera escalation
“La Russia è passata dalle minacce per destabilizzare all’azione militare”. Lo constata il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una conferenza stampa al termine del Consiglio straordinario Nato-Ucraina di oggi. “La Nato – ha proseguito – è risoluta e unita nella sua determinazione a proteggere e difendere tutti gli alleati. Nelle scorse settimane gli alleati hanno dispiegato migliaia di soldati aggiuntivi nella parte orientale dell’Alleanza. Abbiamo oltre cento jet ad allerta alta e ci sono oltre 120 navi in mare, dall’Alto Nord al Mediterraneo. Continueremo a fare tutto ciò che è necessario per proteggere gli alleati dalle aggressioni”. Stoltenberg ha detto inoltre di accogliere favorevolmente le sanzioni economiche annunciate oggi da alcuni alleati della Nato e “la decisione del governo tedesco di congelare il progetto Nord Stream 2”. Con il riconoscimento delle cosiddette “Repubbliche popolari”, secondo il segretario generale, “ciò a cui assistiamo è un’ulteriore invasione di un Paese già invaso. L’invasione russa dell’Ucraina è avvenuta già nel 2014 con la Crimea”. Ora “tutte le indicazioni ci dicono che la Russia continua a prepararsi per un attacco dell’Ucraina su vasta scala. Vediamo un continuo ammassamento militare, una vera escalation. Anche se hanno promesso di ritirarsi, continuano ad incrementare” la capacità bellica, “sempre più forze hanno abbandonato i campi e sono in formazione di combattimento, pronte a colpire”. Stoltenberg fa inoltre riferimento a “provocazioni in corso nel Donbass e diverse operazioni sotto falsa bandiera” messe in atto “per cercare un pretesto per l’attacco”. Infine, “la notte scorsa abbiamo visto altri soldati russi entrare nel Donbass”. Nonostante questa situazione, il segretario l’Alleanza atlantica lascia aperta la porta al dialogo: “Non è mai troppo tardi per non attaccare, per questa ragione continuiamo a chiedere alla Russia di fare un passo indietro, di ridurre l’escalation e impegnarsi in buona fede negli forzi diplomatici per trovare una soluzione politica”.
Redazione
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