sabato, Aprile 20, 2024

Covid, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ricorda i tragici due anni di pandemia

Sono passati esattamente due anni dal giorno in cui per il Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha avuto inizio l’emergenza, con la prima convocazione dell’Unità di crisi. Come momento di ricordo, l’Ospedale orobico ha realizzato e reso pubblico uno scatto fotografico di gruppo dei suoi medici e infermieri, ritratti in un luogo altamente simbolico. Gli operatori sanitari posano infatti ai piedi del murale esterno di torre 4, con un medico che abbraccia l’Italia: un’immagine simbolica della lotta al virus, diventata famosa in tutto il mondo. Un’occasione importante per il Papa Giovanni XXIII per fare un bilancio. Oltre 5 mila malati ricoverati da tutto il territorio regionale, durante quattro ondate di Covid, la somministrazione di più di 580 mila vaccinazioni in 7 hub nella città e in provincia, migliaia di tamponi eseguiti, decine di studi clinici pubblicati per studiare il coronavirus e per individuare possibili terapie. La riprogrammazione dell’attività “non urgente” sospesa causa Covid, con il raggiungimento dell’obiettivo fissato da Regione Lombardia e il recupero, negli ultimi mesi del 2021, di 537 tra operazioni chirurgiche e procedure interventistiche, di oltre 5.700 prestazioni ambulatoriali, tra prime visite e controlli, endoscopie ed esami di diagnostica. Maria Beatrice Stasi, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII ha sottolineato la necessità di continuare con tenacia verso i nuovi obiettivi: “Nessuno di noi, così come nessun bergamasco, può dimenticare ciò che abbiamo vissuto. Esattamente due anni fa ci siamo trovati ad affrontare, primo grande ospedale in occidente, qualcosa di completamente sconosciuto e inaspettato. Abbiamo dovuto superare insieme, strada facendo, le continue nuove urgenze e le tante difficoltà. In poche settimane ci siamo ritrovati a portare al limite le nostre risorse fisiche e psicologiche. Oggi tenere vivo il ricordo ci aiuta a fare i conti con i segni, professionali e personali, che ci lascia questa esperienza drammatica. E ci supporta, ora che il peggio sembra alle spalle. Perché, anche nei momenti più difficili, non abbiamo mai smesso di credere che ce l’avremmo fatta. E abbiamo imparato che per risolvere questioni emergenziali e complesse serve unire le forze e fare squadra. Solo così è possibile raggiungere obiettivi altrimenti impensabili. A tutto il personale del Papa Giovanni – conclude il Direttore generale – è giusto dedicare un grande apprezzamento, per quello che uniti siamo riusciti fin qui a realizzare con la capacità di pensare e progettare il futuro anche nei momenti più difficili”.
Redazione
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