venerdì, Aprile 26, 2024

Usa: il numero di decessi prematuri associati ai colpi di arma da fuoco è superiore a quello delle morti attribuibili agli incidenti stradali

Negli Stati Uniti, il numero di decessi prematuri associati ai colpi di arma da fuoco è superiore a quello delle morti attribuibili agli incidenti stradali. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Trauma Surgery & Acute Care Open, condotto dagli scienziati del Westchester Medical Center, che hanno esaminato i dati dei National Vital Statistics Reports (NVSR) raccolti dal 2009 al 2018. Il team, guidato da Joshua Klein, ha anche calcolato gli anni persi generalizzando l’aspettativa di vita a circa 80 anni. Negli ultimi dieci anni, riportano gli esperti, i decessi per arma da fuoco sono aumentati significativamente. I ricercatori hanno considerato le morti diversificando in base all’età, al genere e alla provenienza geografica, confrontando i dati ottenuti con i report di incidenti stradali mortali. Secondo i risultati dell’indagine, nei 10 anni cumulativi sono stati persi rispettivamente circa 12,9 milioni e 12,6 milioni a causa degli incidenti stradali e delle armi da fuoco. Nel 2017, tuttavia, le morti per arma da fuoco hanno provocato una perdita di 1,44 milioni di anni di vita, a fronte di circa 1,37 milioni associati agli incidenti stradali. Il gruppo di ricerca aggiunge che durante il periodo di osservazione i suicidi con arma da fuoco sono aumentati significativamente, da 18.735 nel 2009 a 24.432 nel 2018. Allo stesso modo, gli omicidi sono passati da 11.493 nel 2009 a 13.958 nel 2018. I suicidi per armi da fuoco tra le donne sono aumentati del 31,5 per cento nei dieci anni esaminati, mentre gli omicidi sono incrementati di quasi il 10 per cento. Stando a quanto emerge dal lavoro, inoltre, nel 2018, l’85 per cento delle morti premature per arma da fuoco era rappresentato da uomini, con i suicidi associati principalmente alle persone anziane e caucasiche e gli omicidi ai giovani di colore. A livello regionale, gli stati meridionali erano associati a un totale cumulativo più elevato di potenziali anni di vita persi a causa delle armi da fuoco, che ammonta a circa 5,7 milioni. Nel Nordest invece si registra il totale più basso di questo valore, con 35.789 anni di vita persi. Un altro aspetto allarmante, sottolineano gli autori, riguarda il numero di immatricolazioni di armi statunitensi, che raggiunge quota 393,3 milioni, mentre in Messico se ne registrano 16,8 milioni e in Canada 12,7 milioni. “Il suicidio è responsabile della maggior parte degli anni di vita persi – concludono gli scienziati – e il tasso di frequenza di questi eventi continua ad aumentare negli Stati Uniti a un ritmo preoccupante. Sarebbe pertanto opportuno aumentare e reindirizzare le risorse destinate al supporto delle popolazioni a rischio in modo da ridurre il rischio di decesso”.
Redazione
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