martedì, Maggio 14, 2024

Guerra in Ucraina, per Walter Mead (Relazioni internazionali): “Rimozione di Putin o il rischio di una nuova guerra fredda”

La Nato “non combatterà mai per l’Ucraina, questo è chiarissimo”, perché dal punto di vista militare ha le mani legate. Ma d’altra parte la Russia è sempre più in difficoltà perché non si aspettava la reazione compatta e immediata dell’Occidente, anche se le sanzioni non sono ancora riuscite a fermare la guerra. Secondo Walter Russell Mead, uno dei massimi esperti americani di relazioni internazionali, si aprono quindi diversi scenari: il rischio è quello di un ritorno alla Guerra fredda, ma con tensioni ancora maggiori di quelle vissute nel passato. “Ora tutti si stanno adoperando per trovare soluzioni rapide, improvvisano perché quel che doveva succedere non è accaduto”, spiega Mead in un’intervista a La Stampa. E sottolinea che, per quanto riguarda la Nato, è “evidente che ci sono dei limiti a quel che può fare. Siamo in uno scenario per alcuni versi simile a quello del 1956 in Ungheria o del 1968 in Cecoslovacchia. C’era poco da fare dinanzi all’avanzata dei carri armati sovietici. Ma non abbiamo ancora visto in moto la macchina della cyberwar se non con qualche attacco ai siti governativi russi”. Putin, secondo l’esperto americano, “ha avviato l’invasione senza subire la deterrenza dell’Occidente” ma “ha sbagliato i calcoli. Anzitutto per la compattezza mostrata da Nato e alleati sulle sanzioni e sulla diplomazia: non ci sono state crepe e questo il Cremlino non lo riteneva possibile. Nemmeno credo si attendesse che il Giappone si allineasse all’Occidente nelle misure economiche anti-Mosca. E poi le sanzioni alla Banca centrale russa, erano fuori dal radar russo”. Ma in questo momento uno dei grossi problemi è anche dato dal fatto che il presidente russo non ha più il pieno controllo della situazione: “Quando inizi un conflitto  – chiarisce Mead – immediatamente perdi il controllo degli eventi. La guerra è diventata un elemento di sopravvivenza non solo per Putin, ma anche per il regime e per l’élite russa associata al suo potere. Usano la propaganda per dire che l’Occidente è compatto contro la Russia e questo consente di ricorrere a toni patriottici. Poi dice che la Nato arma gli ucraini per uccidere i bravi soldati russi. L’unità dell’Occidente diventa un’arma per giustificare la repressione e salvare il regime”.
Redazione
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