giovedì, Maggio 16, 2024

Guerra in Ucraina, a quasi un mese dall’inizio delle ostilità ecco il principali errori militari e strategici commessi dalla Russia

Anche se le morsa delle forze russe continua a stringere molte delle principali città ucraine, allo scoccare del primo mese di conflitto nessuno, neanche a Mosca, può ammettere che le cose siano andate comeVladimir Putin immaginava, lanciando l’ ‘operazione speciale’ contro Kiev, all’alba del 24 febbraio. Poche ore di avanzata quasi indisturbata, poi la macchina bellica russa – apparentemente inarrestabile – si è fermata e da allora, sul terreno come nei cieli e sui mari, i progressi sono stati limitati.
Mancato supporto dell’opinione pubblica
In teoria una fetta consistente della popolazione ucraina, quella di lingua e cultura russa, avrebbe dovuto salutare i tank di Mosca come forza di ‘liberazione’. I rapporti forniti dall’intelligence – spiega una talpa dei servizi di sicurezza (Fsb) – infatti avrebbero detto a Putin che almeno 2 mila civili armati erano pronti a scendere in piazza in ognuna delle principali città ucraine per abbattere Zelensky mentre altri 5 mila sarebbero scesi in piazza per manifestare a favore di Mosca. Mai visti, anzi, la violenza e la brutalità dell’operazione hanno sconvolto anche la minoranza russofona che ha preso le distanze dall’invasione. ‘Not in my name’, come si diceva un tempo.
Le prime teste hanno incominciato a cadere
Il vice comandante della Guardia nazionale in Russia (Rosgvardia) il generale Roman Gavrilov, sarebbe stato arrestato dall’Fsb, a sua volta colpito dal possibile arresto del generale Sergei Beseda, che guidava il direttorato per l’intelligence estera, e del suo vice, Anatoly Bolukh, a opera dell’Fso, l’agenzia incaricata della protezione diretta del presidente russo. “Va di moda accusarci di tutto” ha spiegato la talpa dellFsb, riconoscendo tuttavia che alcuni rapporti sono stati palesemente esagerati per non deludere i superiori.
Qualità armamenti
Non è solo una questione di numeri. L’elenco dei tank distrutti, dei blindati andati a fuoco, degli aerei e degli elicotteri abbattuti è impressionante, anche solo a dare retta a osservatori indipendenti. Ma quello che impressiona è la facilità con cui i mezzi russi vengono identificati e distrutti e la scarsa qualità delle attrezzature: in alcuni video militari ucraini osservano con un certo stupore che i carri armati di Mosca sono “persino più vecchi” dei loro.
I droni turchi centrano i loro bersagli
I missili antiaerei Javelin fanno strage di Mig. Secondo una contabilità indipendente, tempo pochi giorni e Mosca (già a corto di uomini) si troverà in riserva con munizioni, carburante e altri sistemi logistici. E’ chiaro che si contava su una blitzkrieg, per una guerra di posizione serviva una diversa preparazione, e forse ora è troppo tardi.
Catena di comando
Un dato macabro rende l’idea: a oggi sono almeno cinque i generali russi uccisi dall’inizio dell’invasione più un numero indefinito (ma elevato) di alti ufficiali. Nelle ultime guerre, dalla seconda metà del Novecento in poi, non si erano mai registrate perdite così alte a questi livelli (neppure per gli americani in tanti anni di Vietnam). Segno che per gestire una operazione così complessa i vertici militari russi sono dovuti andare in prima fila, rischiando la vita. E’ il simbolo di una catena di comando incerta e soggetta a ‘interruzioni’: in una parola, impreparazione. E per ogni ufficiale ucciso, c’è un’offensiva che si arresta, un reparto che si trova allo sbando, in un esercito dal morale già basso e fiaccato dalle perdite. Sul fronte opposto, le perdite sono minori, e la distanza fra stato maggiore e truppe sul campo è assai più ridotta (anche in termini geografici). Se si aggiunge la motivazione di un esercito che difende la sua terra, ed è pronto a trasformare ogni strada – di un paese enorme, peraltro – in un campo di battaglia, la risultante è una offensiva che si è fermata con gli attaccanti che potrebbero essere presto costretti a difendersi o ad arretrare. Comunque vada, l’immagine delle forze armate russe ne resterà macchiata per decenni.
Redazione
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