lunedì, Maggio 6, 2024

Processo Stefano Cucchi: la Cassazione decide la sorte di due carabinieri condannati in appello

Oggi udienza in Cassazione per il processo sulla morte di Stefano Cucchi in cui  sono imputati per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, condannati a 13 anni in Appello a Roma lo scorso 7 maggio, il carabiniere Roberto Mandolini, condannato a quattro anni per falso, e per lo stesso reato il militare dell’Arma Francesco Tedesco. “È un momento di grande tensione – dice all’Ansa il legale della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo – che arriva dopo 150 udienze e 14 gradi di giudizio, 15 con oggi. Speriamo che venga messa fine a una verità giudiziaria che ormai tutti sappiamo ed è ora che venga affermata in modo definitivo”. In parallelo si avvia alla conclusione anche il processo ter sui depistaggi avvenuti, secondo l’accusa, ad opera dei carabinieri, la cui sentenza è prevista per il 7 aprile. “Questa vicenda processuale ha restituito fiducia e speranza a tante persone: spero che questa fiducia non venga delusa”. Lo ha detto Ilaria Cucchi, entrando in Cassazione con l’avvocato Fabio Anselmo. “Ho fiducia e speranza nella giustizia e non dimentico mai che l’Arma dei Carabinieri non è uguale alle persone che oggi la Cassazione sta valutando e nemmeno a quelle che valuterà il 7 aprile nel processo per i depistaggi: ho il diritto, per me e i miei figli, di continuare a credere nei carabinieri”, ha poi aggiunto. “E’ una vicenda estenuante, siamo stremati ma siamo arrivati fin qui e abbiamo fiducia nella verità”, ha dichiarato invece il legale. La Cassazione dovrà decidere le pene definitive per i quattro militari. Il Pg della Cassazione, Tomaso Epidendio, ha chiesto di confermare le condanne per omicidio preterintenzionale nei confronti di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro e la relativa pena a 13 anni di reclusione, così come la condanna a 4 anni per falso nei confronti del maresciallo Roberto Mandolini. Da confermare anche la responsabilità per stesso reato per Francesco Tedesco, ma solo per lui il Pg ha chiesto l’annullamento con rinvio in relaziona al trattamento sanzionatorio. Un appello bis potrebbe diminuire l’entità della pena per Tedesco (due anni e sei mesi), se ricevesse la concessione delle attenuanti generiche. Tedesco con le sue dichiarazioni aveva fatto luce sul quanto avvenuto nella caserma Casilina la notte dell’arresto di Cucchi. Nel verdetto di Appello i giudici avevano confermato le aggravanti dei futili motivi: “Le violente modalità con cui è stato consumato il pestaggio ai danni dell’arrestato, gracile nella struttura fisica, esprimono una modalità nell’azione che ha ‘trasnodato’ la semplice intenzione di reagire alla mera resistenza opposta alla esecuzione del fotosegnalamento”. “Fu una via crucis notturna quella di Stefano Cucchi, portato da una stazione all’altra”, ha sottolineato in aula il Pg della Cassazione, “e tutte le persone che entrarono in contatto con lui dopo il pestaggio sono rimaste impressionate dalle condizioni del Cucchi: si tratta di un gran numero di soggetti tra i quali infermieri, personale delle scorte, detenuti, agenti di guardia. Davvero si può ritenere che questo numero impressionate di soggetti abbia congiurato contro i carabinieri?”. Il Pg ha poi sottolineato che “si tratta di soggetti professionalmente preparati che si trovano ad affrontare una reazione prevedibile, e nemmeno delle più eclatanti, durante il fermo di Stefano Cucchi che rifiuta di sottoporsi al fotosegnalamento”. Per il magistrato il pestaggio attuato dai carabinieri nella caserma Casilina “è stato una punizione corporale di straordinaria gravità, caratterizzata da una evidente mancanza di proporzione con l’atteggiamento non collaborativo del Cucchi”. Per questo, il Pg ha chiesto la conferma dell’aggravante dei futili motivi per gli imputati. E’ stata respinta dalla Cassazione la richiesta di rinvio dell’udienza avanzata dai secondi difensori di due imputati per motivi legati al Covid.  L’udienza ha preso il via con la relazione introduttiva, presente in aula, Ilaria Cucchi. A causa delle misure contro il Covid, i cronisti sono tenuti fuori dall’aula.
Redazione
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