lunedì, Maggio 13, 2024

Il Fondo monetario internazionale taglia le stime di crescita 2022 e 2023 per l’Italia

Dopo il +6,6% del 2021, si prevede che il Pil del Paese aumenterà quest’anno del 2,3%, cioè 1,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio. Per il 2023 la crescita è attesa all’1,7%, 0,5 punti in meno. Secondo l’Fmi, l’Italia e la Germania sono i due Paesi dell’area euro che hanno subito le maggiori revisioni al ribasso in seguito alla “maggiore dipendenza” dall’energia russa. Gli effetti della guerra in Ucraina fermeranno quindi subito il rimbalzo di cui abbiamo beneficiato nel 2021 in seguito al crollo del 9% nel 2020, dovuto al lockdown e alle misure restrittive anti-Covid. Nel complesso, nel 2022 e nel 2023 rallenteranno la crescita tutte le economie di Eurolandia e quella americana: gli Stati Uniti cresceranno quest’anno del 3,7%, lo 0,3% in meno rispetto alle stime di gennaio, e nel 2023 del 2,3% (-0,3%). Ben più forte sarà però la frenata dell’area euro, con una crescita stimata al 2,8% nel 2022 (-1,1 punti rispetto alle previsioni di gennaio) e al 2,3% nel 2023 (-0,2%). Revisioni al ribasso anche per l’economia globale: Washington prevede una crescita del 3,6% sia per il 2022 sia per il 2023, con tagli di 0,8 punti per quest’anno e di 0,2 per il prossimo. Gli esperti del Fondo monetario prevedono per quest’anno una forte corsa dei prezzi sia in Italia, sia nell’Eurozona e negli Usa, ma ritengono che nel 2023 il carovita rallenterà. In Italia l’inflazione raggiungerà il 5,3% quest’anno contro l’1,9% del 2021 e il -0,1% nel 2020. L’anno prossimo i prezzi al consumo segneranno invece un più moderato 2,5%, mentre più a lungo termine si attende un’inflazione al 2%. Sull’area euro, l’Fmi prevede un 5,3% quest’anno dopo il 2,6% del 2021 e un 2,3% nel 2023, mentre a lungo termine, sul 2027, vede un 1,9%. Per gli Usa la stima è del 7,7% quest’anno, del 2,9% nel 2023 e del 2% nel lungo periodo.
Redazione
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