lunedì, Aprile 29, 2024

Usa, martedì il vertice alla Casa Bianca tra il premier Draghi e il presidente Biden

Volerà a Washington martedì mattina il premier Mario Draghi, per la prima visita alla Casa Bianca nelle vesti di presidente del Consiglio. Una visita che arriva a poco più di sei mesi da quella del presidente americano Joe Biden a Roma, quando i venti di guerra spiravano sull’Ucraina ma in pochi credevano che il conflitto, con la sua scia di vittime e sangue, sarebbe davvero esploso e in tutta la sua ferocia e drammaticità. E’ il terzo faccia a faccia tra i due, dopo quello a Carbis Bay, dove entrambi volarono per il G7 organizzato da Boris Johnson, e i lavori del G20 di Roma, quando i big del mondo vennero immortalati tra i medici e gli infermieri impegnati nella lotta al Covid. Il peggio sembrava alle spalle, la guerra doveva ancora deflagrare. L’ultimo incontro tra Draghi e Biden è a Bruxelles, a margine dei lavori Nato e del Consiglio Ue: l’agenda interamente occupata dalla crisi ucraina e dall’emergenza energetica, con gli States in campo per tendere la mano all’Europa. Il mondo è cambiato in appena una manciata di mesi. Draghi arriva a Washington in una fase di riassetto degli equilibri globali, in cui si discute della leadership internazionale degli Usa -Biden ha davanti a sé le elezioni midterm e le presidenziali del 2024- della tenuta e del rafforzamento dell’Europa, che Mosca punta a spaccare, della solidità del legame transatlantico, a maggior ragione di fronte a un conflitto che non accenna a finire. L’ex numero uno della Bce – ”the unitalian’ per gli americani proprio per quel sembrare, quanto meno ai loro occhi, così poco italiano – arriva negli States mentre il conflitto in Ucraina crea divisioni nella sua stessa maggioranza. Ma approda a Washington forte del percorso portato avanti sin dall’inizio del suo mandato, con un deciso ancoraggio all’alleanza transatlantica e il progetto europeo da portare avanti con fermezza. A Biden ribadirà che la posizione italiana non è in discussione, per quanto riguarda la politica estera e la guerra in Ucraina così come per la lealtà agli alleati. “Non si vuole la guerra, non si vuole un’escalation, ma nessuno vuole abbandonare l’Ucraina”, ribadirà come fatto nell’ultima conferenza stampa a Roma, ricordando che “riusciamo ad avere la pace solo se l’Ucraina può difendersi”. Forte del sostegno prestato a Kiev dall’Italia, della posizione netta tenuta dal nostro Paese sulle sanzioni -in un momento in cui Bruxelles tentenna- Draghi è pronto a rivendicare un ruolo centrale per l’Europa e per l’Italia nella costruzione di un processo negoziale che porti alla pace.
Redazione
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