martedì, Aprile 30, 2024

Pnrr, parla il ministro Daniele Franco: “Il Pil pro capite è al Sud il 55% di quello del Nord. E’ un divario enorme”

“Il Pil pro capite è al Sud il 55% di quello del Nord. E’ un divario enorme”. E’ l’allarme lanciato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso del Forum ‘Verso Sud’.
“Dopo una fase di grande recupero nel dopoguerra, dagli anni 80 non sono stati fatti sostanziali progressi”. “Per conseguire tassi di crescita più robusti è cruciale imprimere una forte accelerazione all’economia del Mezzogiorno e riavviare la convergenza tra le due aree del Paese. Il Pnrr è un’opportunità nuova”, ma da solo non basta. Bisogna utilizzare tutti i fondi a disposizione e “saper spendere” le risorse, con una capacità “adeguata” di realizzare i progetti. “L’ampiezza dei divari e il loro perdurare del tempo indicano che i ritardi del Mezzogiorno non possono essere riassorbiti solo con un Piano di 6 anni, per quanto ben congegnato. Il Pnrr è fondamentale ma non basta, dobbiamo esserne consapevoli. Per un tema di questa portata serve una strategia politica economica del Paese che utilizzi tutti gli strumenti a disposizione. A partire dai fondi strutturali europei e dai fondi Sviluppo e Coesione in un’ottica di complementarietà che vada oltre l’orizzonte temporale del Piano”. “Le risorse europee sono subordinate a scadenze temporali e all’effettivo conseguimento dell’obiettivo. Non basta spendere, occorre realizzare un’opera che funzioni. Gli obiettivi del piano si possono concretizzare solo se la capacità di gestire i progetti è adeguata e questo richiede uno sforzo organizzativo inedito, a cominciare dal coordinamento tra i tanti livelli istituzionali coinvolti”. “Il Pnrr non può limitarsi a essere una parentesi di riformismo e attivismo amministrativo al termine della quale si torna alla situazione precedente”. Ovviamente l’incontro è stata l’occasione per una analisi della situazione economica complessiva. I timori di una recessione si sentono, soprattutto a causa del perdurare della guerra in Ucraina. “Il governo è intervenuto per mitigare le ripercussioni del forte choc sull’economia causato dalle conseguenze della guerra – ha detto Franco -. Con quattro successivi decreti legge lo Stato ha predisposto misure per oltre 30 miliardi. Sono interventi di contenimento dell’aumento del costo dell’energia per famiglie e imprese. L’obiettivo è evitare che il Paese torni in recessione”. “Viviamo una fase di grande incertezza. A due anni dallo scoppio della pandemia sarebbe dovuto essere un momento di ripresa ma il quadro macro-economico si è deteriorato bruscamente con il forte aumento del prezzo dell’energia con l’attacco della Russia all’Ucraina. Pesano direttamente gli effetti della guerra su alcune catene di approvvigionamento, le effetti delle sanzioni sugli scambi commerciali, gli effetti della maggiore incertezza sulle scelte di consumo e investimento. Pesano anche le implicazioni dell’aumento del prezzo dell’energia che trasferisce potere d’acquisto a altre economie”.
Redazione
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