giovedì, Maggio 2, 2024

Guerra in Ucraina, per il governatore Visco: “Ha innescato una grave crisi umanitaria e fatto riemergere tensioni tra le diverse aree del mondo”

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia “ha innescato una grave crisi umanitaria e fatto riemergere tensioni tra le diverse aree del mondo”, queste le parole del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel presentare le Considerazioni finali in occasione della pubblicazione della Relazione annuale sul 2021. “La guerra ha radicalmente accentuato l’incertezza”, ha aggiunto,”l’attività produttiva si è indebolita nel primo trimestre, dovrebbe rafforzarsi moderatamente in quello in corso. In aprile valutavamo che il prolungamento del conflittoin Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo”. Una “divisione del mondo in blocchi rischierebbe di compromettere i meccanismi che hanno stimolato la crescita e ridotto la povertà a livello globale”, colpendo specialmente i Paesi più deboli, dice ancora il governatore della Banca d”Italia, seconco cui “una frammentazione lungo confini definiti da pur necessarie considerazioni di sicurezza politica, potrebbe avere conseguenze assai negative per le economie di minori dimensioni”. Sempre con un rimando al tema della guerra, Visco spiega che la situazione delle banche italiane è “complessivamente non negativa”, ma il conflitto in Ucraina e i problemi di approvvigionamento delle materie prime che causano un rallentamento del pil consigliano di “operare con prudenza” sulla “classificazione dei prestiti, accantonamenti e distribuzione degli utili”. Poi un passaggio anche sull’aumento dell’inflazione. Visco ammonisce ad evitare una vana “riconcorsa fra prezzi e salari”. Sarebbero invece opportuni “interventi di bilancio di natura temporanea e calibrati con attenzione alle finanze pubbliche” per contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere il reddito delle famiglie. Al momento, nota Visco, segnali di “trasmissione delle pressioni dai prezzi alle retribuzioni” non si sono registrati. “L’aumento dei prezzi delle materie prime importate è una tassa ineludibile per il Paese”, aggiunge poi Visco e precisa che “l’azione pubblica può ridistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione, generazioni presenti e future; non può annullarne l’impatto d’insieme”.
Redazione
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