giovedì, Maggio 23, 2024

Musica, trionfo dei Rolling Stones a San Siro: 58mila persone in delirio

Milano: 60, 78, 75. Non sono numeri uscita sulla ruota del lotto ma rispettivamente gli anni di carriera dei Rolling Stones, le età di Mick Jagger e Keith Richards e quella di Ron Wood. Numeri che sembrerebbero fare a pugni con il concetto di rocker. Ma la band con quel diavolo che spesso ha fatto capolino nelle sue canzoni pare aver fatto un patto davvero proficuo e così ancora una volta ha conquistato San Siro senza mostrare cedimenti. L’unica tappa italiana del “Sixty tour” è stata un vero trionfo, con Jagger sugli scudi a cantare una ventina di brani saltando e correndo come un ventenne in barba all’età e al Covid contratto pochi giorni fa. Un concerto dal sapore particolare. Perché potrebbe essere l’ultimo sul suolo italiano di questa band che ha fatto la storia del rock, e perché è stato il primo senza il batterista Charlie Watts, scomparso nell’agosto 2021. E lo show si è aperto proprio con un video omaggio a Watts. “Questo è il nostro primo tour senza Charlie e ci manca tantissimo” ha detto in italiano Jagger prima di dare il via alla carrellata di canzoni. Ad aprire la scaletta, dopo la voce fuori campo che annuncia al pubblico “Ladies and gentlemen The Rolling Stones”, la storica “Street Fighting Man”, dall’album “Beggars Banquet”, datato 1968, considerata la canzone più politica del gruppo.
“Ciao Milano, come va? Che bello tornare qui”. Sono state queste le prime parole in italiano di Jagger prima di intonare “19th nervous Breakdown”, anno 1966. E’ su “Out of Time” che San Siro si è fatta un’unica voce. “Siete famosi per il canto, adesso tocca a voi” l’invito della voce degli Stones per “Wild Horses”: il Meazza si accende di luci, mentre iniziano a cadere le prime gocce di pioggia. San Siro, istigato da Jagger che imbraccia la chitarra, diventa poi un gigantesco karaoke per “You Can’t Always Get What You Want”, mentre ascolta assorto la più contemplativa “Living in a Ghost Town”, il brano scritto in piena pandemia, che Jagger accompagna con l’armonica. “Che bello essere di nuovo qui, anche se è più caldo del quinto girone dell’inferno” dice ancora Jagger, presentando poi tutta la band, salutata da fragorosi applausi.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli