mercoledì, Maggio 8, 2024

Il Consiglio Europeo che si apre oggi a Bruxelles sarà un summit prettamente “geopolitico”

Il Consiglio Europeo che si apre oggi a Bruxelles sarà un summit prettamente “geopolitico”. I capi di Stato e di governo si concentreranno su tre grandi temi, il primo dei quali sarà la concessione all’Ucraina e alla Moldavia dello status di Paesi candidati all’adesione all’Unione, concessione che dovrebbe essere “sostenuta da tutti i leader”, spiega un alto funzionario Ue. Alla Georgia, come proposto dalla Commissione, dovrebbe essere garantita una “prospettiva europea”, con il programma di tornare a valutare la concessione dello status di candidati dopo che Tbilisi avrà attuato una serie di riforme. La concessione dello status di candidati sarà accompagnata dalla richiesta alla Commissione di riportare al Consiglio su ogni passo del processo e sui progressi fatti dai Paesi. Anche la presidente Ursula von der Leyen, parlando alla miniplenaria del Parlamento Europeo a Bruxelles, si è detta certa che i leader valideranno la proposta della Commissione, perché “la storia della nostra Unione è una storia di democrazie giovani che si fanno più forti unendosi. E’ la storia della rinascita della Germania dopo la guerra, la storia della Grecia, della Spagna e del Portogallo che si lasciano rapidamente alle spalle la dittatura a favore della democrazia”. L’Ue si appresta a fare un passo storico, dando una prospettiva europea a tre Paesi che hanno sul proprio territorio truppe di occupazione russe: l’Ucraina in Crimea, nell’est e nel sud, la Moldavia in Transnistria e la Georgia in Abkhazia e Ossezia del Sud. I leader ribadiranno il sostegno finanziario all’Ucraina, anche se sul pacchetto di 9 miliardi cui lavora la Commissione non si registra grande urgenza, visto che Kiev per ora disporrebbe di risorse a sufficienza per far funzionare lo Stato, anche stampando moneta. Sono in corso riflessioni sulle tecnicità finanziarie, poiché si tratterebbe di garanzie fornite dagli Stati membri e non di un versamento cash: la Germania, per il suo ordinamento, fa meno fatica a versare un miliardo in contanti che a fornire una garanzia. Senza contare che nella coalizione a tre trovare un consenso tra Verdi e Liberali non è sempre semplicissimo. Verrà anche ribadito il sostegno militare all’Ucraina, anche se è in corso una riflessione tecnica sull’opportunità di continuare ad usare la European Peace Facility, le cui non infinite risorse sono state per quasi la metà assorbite dall’aiuto militare a Kiev. Non invece previsto questa volta, allo stato, un intervento in remoto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Altro grande tema, i Balcani Occidentali e l’allargamento, che con questo Consiglio, dopo anni in cui aveva perso centralità, torna prepotentemente in primo piano. Ai Paesi della ex Jugoslavia e all’Albania sarà dedicato un summit ad hoc, domattina, cui parteciperanno anche i leader di Serbia, Albania e Macedonia del Nord, che avevano ventilato la possibilità di non recarsi a Bruxelles, dato che l’avvio dei negoziati di adesione degli ultimi due Paesi resta tuttora bloccato dal veto della Bulgaria a Skopje, con la quale ha cattivi rapporti per via della minoranza bulgara in Macedonia.
Redazione
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