sabato, Aprile 27, 2024

Covid, rimborso o voucher? Come non perdere i soldi delle vacanze se si è positivi al virus

È arrivata l’estate e i contagi sono in aumento. Il Covid è tornato a bussare proprio in coincidenza con l’arrivo della bella stagione, per questo molti italiani sono preoccupati di cosa possa succedere alle loro vacanze se dovessero infettarsi poco prima di partire per le ferie. Si spiega così la corsa alle assicurazioni, che permettono di essere parzialmente tutelati in caso di positività all’estero, dove curarsi può essere molto costoso. Ma cosa fare se si scopre di avere il Covid prima della partenza? Ecco qualche consiglio. In questi casi, cioè nel caso di viaggio disdetto per cause di forza maggiore, si ha diritto a un rimborso, come dice anche il Codacons, che ha approntato una sorta di vademecum. “In base alle regole del Codice civile la sopraggiunta impossibilità di usufruire della prestazione concordata e pagata, per motivi di necessità o forza maggiore, prevede il rimborso obbligatorio da parte del fornitore. Una regola valida nel caso in cui non si possa usufruire di trasporti, soggiorni, pacchetti vacanza e altri servizi già acquistati”. Ma chi contattare in caso di positività? Come spiega l’Associazione dei consumatori, “occorre chiamare le strutture ricettive, agenzie di prenotazioni, tour operator o agenzia di viaggi presso cui abbiamo acquistato i servizi, aprendo una segnalazione sulla malattia allegando l’esito del tampone e certificato medico, e avviare la richiesta di rimborso”. E se dovesse saltare un volo? In queste circostanze occorre seguire quanto riportato sui siti delle diverse società. Tuttavia, come spiega sempre il Codacons, “in caso di positività al Covid, il passeggero ha diritto al rimborso del costo del biglietto aereo nello stesso mezzo di pagamento utilizzato in occasione dell’acquisto”. Se invece il volo dovesse essere cancellato dalla compagnia aerea a causa della positività di un membro dell’equipaggio, “il passeggero ha diritto ad una compensazione pecuniaria che va da 250 a 600 euro”. Molti operatori però rifiutano di concedere i rimborsi, preferendo la via dei voucher oppure applicando delle fantasiose penali. Una pratica scorretta secondo il Codacons. “I consumatori non devono cadere in errore: devono pretendere la restituzione integrale di quanto pagato”.
Redazione
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