“Dal 20 maggio non abbiamo più notizie di mio fratello-eroe”. È l’appello lanciato attraverso i media da Tetiana Kharko, rappresentante dell’associazione delle famiglie dei difensori dell’Azovstal e sorella del comandante della 36esima brigata separata dei marines ucraini, Serhiy Volynsky, detto ‘Volyn’, che è ancora prigioniero russo. L’ultimo contatto con la famiglia è stato “un messaggio che ci ha inviato il 20 maggio. Ci scriveva che dal giorno successivo non sarebbe stato più possibile parlare, per mancanza di connessione. E noi abbiamo capito che sarebbe stato il suo ultimo giorno ad Azovstal”. Da allora “nessun messaggio, nessuna telefonata e nessuna informazione su come stesse e dove si trovasse”, solo voci che si rincorrono, senza trovare conferme. Due settimane fa i media russi hanno fatto sapere che il comandante era tra i prigionieri di Azovstal trasferiti a Mosca. “Ma la verità – dice la sorella – è che non sappiamo dov’è. Ci sono voci secondo cui è nelle cosiddette repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, secondo altre è a Rostov sul Don o nel carcere Lefortovo, ma dai video diffusi dai media russi purtroppo è impossibile stabilire dove lui si trovi realmente”.