Sono 5 i dispersi e tutti italiani, 7 i corpi recuperati, di cui solo uno ancora non riconosciuto, 8 invece le persone ferite, di cui una dimessa. E poi c’è il ragazzo ricoverato a Treviso senza nome che ha rincontrato la mamma. Anche questa mattina, come ieri, quattro droni sono in volo sul ghiacciaio della Marmolada, sul luogo del disastro. Due droni della soccorso alpino veneto e altri due dei vigili del fuoco di Trento passeranno al setaccio la zona in cui la frana di ghiaccio ha travolto gli alpinisti che domenica stavano salendo lungo la via normale. Oltre ai droni, ci sono anche due operatori della guardia di finanza a capanna Ghiacciaio. Intanto proseguono le attività di trasporto del materiale tecnologico necessario per l’intervento “vista e udito” di una squadra scelta di soccorritori che, assieme ad Unità cinofile, potrebbe tornare sul ghiacciaio domani per fare delle ricerche sul posto: la neve nella parte bassa del via normale su cui è rovinata la frana si sta sciogliendo e la polvere ed il pietrisco rendono difficoltoso l’utilizzo dei droni che non “vedono” chiaramente resti e attrezzatura sparsi sul ghiacciaio, per questo si pensa all’intervento con operatori scelti, malgrado il rischio di ulteriori crolli. Una situazione che comunque è in fase di valutazione, dal momento che l’intervento è ritenuto molto pericoloso. Tra oggi e domani sono previsti forti temporali e la speranza dei soccorritori e che la pioggia possa in qualche modo ripulire la superficie e consentire una visuale migliore agli operatori che eventualmente interverranno. Intanto al rifugio Marmolada sono stati montati un interferometro ed un radar doppler in grado di captare le minime variazioni sul fronte glaciale, sia quello che si è staccato che quello intonso. Lo ha detto Mauro Gaddo, di Meteo Trentino. I dati raccolti dagli strumenti saranno trasmessi ad un centro di controllo per essere processati e analizzati. Risolto il mistero delle quattro auto parcheggiate nel piazzale che, grazie alle ricerche dei carabinieri, ora hanno dei proprietari in vita: erano stranieri “che non si erano resi conto della gravità della situazione e si sono fatti vivi solo poi coi loro consolati, altri invece sono stati rintracciati da parenti e amici”. Il piazzale ora è vuoto, le auto non ci sono più. Dopo i tre veneti, Filippo Bari (27 anni, il più giovane tra i deceduti), Paolo Dani e Tommaso Carollo, ieri è stata identificata una donna, Liliana Bertoldi, 54 anni, commerciante ambulante di Levico (Trento) e due escursionisti originari della Repubblica Ceca che sono stati riconosciuti attraverso i documenti che avevano con sé. Solo una vittima, dunque, resta senza identità. Proprio per agevolare i riconoscimenti oggi in procura sarà affidato l’incarico ai Ris di Parma di estratte e analizzare il Dna sui resti recuperati in alta quota. Ci sono poi i parenti delle vittime che protestano e si fanno domande. “Perché non li hanno fermati visto che c’era l’acqua che scorreva sotto al ghiacciaio? E perché si usano solo elicotteri e droni e non strumenti, disponibili nei Paesi nordici, per forare il ghiaccio?”. I soccorritori rispondono, durante il punto stampa, che “non resterà lasciato nulla di intentato” e che domani ripartiranno le ricerche a terra, con l’aiuto dei cani. Davide, fratello di Luca: “Era una guida alpina con trent’anni di esperienza individuale e portava amici e persone che volevano avvicinarsi alla montagna. Non sarebbe mai partito se avesse saputo di un minimo rischio o pericolo che andava segnalato, vista la situazione climatica”. Oggi in procura a Trento si terrà una riunione operativa tra gli organi inquirenti che indagano sulla tragedia della Marmolada “sulla linea d’indagine da impostare”. Il procuratore capo, Sandro Raimondi, ha infatti aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo. “In questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza”, ha detto ai microfoni del Tg3 il procuratore di Trento, Raimondi. “L’imprevedibilità in questo momento è quello che la fa da principale protagonista nel senso che per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento cosa che è molto molto difficile”, ha aggiunto. “Siamo vicini al dolore delle famiglie, stiamo pensando a una giornata di lutto cittadino che molto probabilmente sarà sabato”. Lo ha detto il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard a margine del punto stampa dei soccorritori. Il primo cittadino della località della Val di Fassa ha firmato un’ordinanza che vieta, per motivi di sicurezza, qualsiasi tipo di escursione nella zona della Marmolada. E’, inoltre, in corso di valutazione la chiusura prolungata per tutta l’estate dell’intera area della Marmolada sia del versante trentino che quello Bellunese.