È stato segnalato in provincia di Padova il primo caso in Italia di febbre del Nilo occidentale dall’inizio dell’estate 2022. A renderlo noto è l’Istituto superiore di sanità nel proprio bollettino di sorveglianza integrata su questa malattia e sul virus Usutu. Come viene spiegato, “si è manifestato nella forma neuro-invasiva” in un uomo di 70 anni, ricoverato nei giorni scorsi in terapia intensiva all’ospedale padovano di Schiavonia. Il paziente, riportano le testate locali, è in via di miglioramento ed è stato estubato.
Le sue condizioni
L’uomo era stato ricoverato inizialmente con sintomi cardiologici e poi neurologici riconducibili al virus. Se nei bambini e nei giovani l’infezione si manifesta generalmente con febbre leggera o moderata, negli anziani e nelle persone debilitate la sintomatologia può essere più grave. Alla data del 6 luglio, il caso padovano è l’unico segnalato in Unione europea e nei Paesi limitrofi.
Come si trasmette
I serbatoi del virus, riporta il sito EpiCentro dell’Iss, sono gli uccelli selvatici e le zanzare, specie del tipo Culex. La trasmissione all’uomo avviene principalmente con la puntura, ma sono stati anche segnalati casi di infezione dovuti a trapianti di organi, trasfusioni di sangue e trasmissione madre-feto in gravidanza.
Aspetto da sottolineare è che la febbre del Nilo occidentale non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con gli infetti. Il virus tuttavia non colpisce solo l’uomo ma anche altri mammiferi, soprattutto gli equini, nonché cani, gatti e conigli.
Incubazione e sintomi
Il periodo di incubazione varia dai 2 ai 14 giorni dalla puntura, ma può arrivare fino ai 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario. Come spiega EpiCentro, la maggior parte degli infetti non manifesta alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Il malessere può durare pochi giorni.
I casi gravi