venerdì, Aprile 26, 2024

Taiwan, si è conclusa la contestatissima visita di Nancy Pelosi

Si è conclusa la contestata visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Il suo viaggio ha scatenato infatti la durissima reazione della Cina. Al Legislative Yuan, il Parlamento dell’isola, Pelosi era stata ricevuta dal vicepresidente Tsai Chi-Chang, che ha ringraziato per l’accoglienza rimarcando l’importanza dei legami tra Washington e Taipei, anche alla luce del Chips Act, che offrirà sussidi per oltre 52 miliardi di dollari per la produzione di chip. “Veniamo in amicizia, veniamo in pace nella regione”, ha detto la presidente della Camera americana. Prossima tappa del suo viaggio Seul. La visita ha scatenato la durissima reazione della Cina. L’ultima volta di uno speaker del Congresso Usa al Parlamento di Taipei è del 1960

Pelosi: non rinunceremo ad impegno verso Taiwan

Gli Stati Uniti “non abbandoneranno il proprio impegno nei confronti di Taiwan”, ha poi assicurato la speaker della Camera, durante il suo incontro con la presidente Tsai Ing-wen, dopo aver ricevuto un’onorificenza per gli sforzi profusi nella collaborazione tra i due Paesi. Tsai, da parte sua, aveva poco prima detto di ritenere Pelosi “un’autentica amica” di Taiwan, rimarcando che l’isola “è un partner affidabile degli Usa” e che “nessuna minaccia militare ci potrebbe far arretrare”.
Taiwan, manovre militari della Cina violano le regole Onu
Il ministero della Difesa di Taiwan ha condannato le esercitazioni militari su vasta scala intorno all’isola annunciate da Pechino come ritorsione per la visita a Taipei di Pelosi, perché in violazione delle regole Onu, come la violazione delle acque territoriali. “Alcune delle aree tracciate dalle manovre finiscono nelle acque territoriali di Taiwan”, ha osservato il portavoce del ministero Sun Li-fang in una conferenza stampa, osservando che “questa è una mossa irrazionale per sfidare l’ordine internazionale”. Le forze armate taiwanesi “difenderanno la sicurezza nazionale”, ha aggiunto Sun.
La Cina sospende l’export di sabbia naturale verso Taiwan
Arriva intanto la prima contromossa cinese. Pechino ha infatti sospeso l’export di sabbia naturale verso Taiwan, assestando un duro colpo almeno nell’immediato alla strategica produzione dell’isola di semiconduttori. La mossa è stata annunciata con una nota del ministero del Commercio, secondo cui la decisione è stata presa “in linea con le rilevanti leggi e regolamenti”.
Redazione
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