venerdì, Maggio 3, 2024

La denuncia del dissidente russo Navalny: Pochi oligarchi filo Putin sono stati sanzionati

L’oppositore russo Aleksei Navalny denuncia dal carcere in cui si trova la mancanza di sanzioni sistematiche, da parte del mondo occidentale, contro gli oligarchi russi che sostengono il regime di Vladimir Putin e l’intervento militare in  Ucraina. Solo 46 dei 200 russi più ricchi secondo la classifica di Forbes, ha sottolineato in un messaggio diffuso sui suoi profili social, sono attualmente colpiti da sanzioni americane, europee o britanniche. “Non mi pare che questo assomigli a una guerra totale contro gli oligarchi di Putin”, ha commentato. In particolare, ha sottolineato, il numero uno del gruppo energetico Gazprom Aleksej Miller non è ancora stato sanzionato dall’Unione europea, mentre lo stesso Roman Abramovitch continua a non essere stato sanzionato dagli Stati Uniti. “Le società di Abramovitch continuano a fornire metallo al ministero russo della Difesa. Com’è possibile che non siano ancora state sanzionate?”, si chiede Navalny, che propone di vietare “per 20 anni” l’ingresso in Usa, Regno Unito e Ue a tutte le personalità russe che sostengono pubblicamente l’offensiva in Ucraina. In questo modo, secondo Navalny, “un meccanismo semplice per evitare le sanzioni sarebbe quello di dichiararsi apertamente contro l’offensiva in Ucraina e smetterla di sostenere il regime di Putin con le parole, gli atti e il denaro”. Condannato nei mesi scorsi a 9 anni di prigione per truffa, Navalny fu arrestato nel gennaio del 2021 dopo che era stato curato in Germania in seguito a un tentativo di  avvelenamento di cui accusa il Cremlino. La sua organizzazione ha stilato una lista di oltre 6 mila  personalità russe accusate di sostenere l’aggressione russa in Ucraina.
Redazione
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