venerdì, Maggio 3, 2024

Il quartiere Porta di Roma “assediato” dai cinghiali. Gli abitanti: “Non è intervenuto nessuno”

Vivono in un incubo da due mesi. E l’incubo si chiama cinghiali. Sono i residenti di un quartiere nuovo, curato, verde, in area Porta di Roma, zona nord-est della Capitale. Tra le 18 e le 22, ormai tutti i giorni, gli animali selvatici impediscono loro di entrare in casa. Si piazzano davanti agli ingressi delle palazzine di via Vittorio Caprioli a gruppi e aspettano, sbarrando la porta a chi vorrebbe fare ritorno a casa. A qualcuno è capitato di essere attaccato dagli “invasori”.
“Ci siamo adeguati agli orari dei cinghiali”
A raccontare la surreale vicenda è “Repubblica”. “Abbiamo tutti paura – racconta Mary Di Basilio, titolare di un salone di bellezza e residente in una delle palazzine presidiate dagli animali -. Abbiamo dovuto cambiare gli orari, adeguarli a quelli dei cinghiali”. Per evitare di incontrarli. C’è chi torna a casa e resta a lungo in auto in attesa che l’ingresso venga liberato. A volte suonare il clacson li fa scappare. Ancora Mary Di Basilio spiega che, una sera, è uscita con un’amica a portare a spasso i cani e un cinghiale l’ha colpita con la testa. I bambini non possono più scendere nei giardinetti a giocare. I cinghiali si spaventano, e attaccano, facilmente.

Nessuno è intervenuto

Gli abitanti hanno provato a chiamare i vigili, il Comune, il 112. Ma nessuno è mai intervenuto. Francesca, anche lei residente di una delle palazzine, racconta: “Ci hanno detto che non hanno abbastanza pattuglie e ci hanno consigliato di non avvicinarci”. A peggiorare la situazione, dicono ancora i residenti, i cassonetti dei rifiuti strapieni e l’erba alta. “Anche se – chiarisce Andrea, un altro abitante delle palazzine – noi paghiamo, e tanto, per la spazzatura e il verde pubblico”.

“Ostaggi”

Gli appartamenti “infestati” sono in tutto 155: circa 350 persone quindi da settimane non possono più disporre liberamente della loro casa. Qualcuno evita di passare dal portone utilizzando i garage, altri corrono più forte che possono e altri ancora non escono proprio. C’è chi ha pensato di trasferirsi. Ma intanto per tutte queste famiglie l’incubo va avanti.
Redazione
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