sabato, Maggio 11, 2024

Allarme della Cgia: a rischio povertà nove milioni di italiani per la crisi energetica

Le famiglie italiane a rischio povertà energetica sono circa 4 milioni, pertanto, si trovano in questa condizione di difficoltà oltre 9 milioni di persone. E’ quanto emerge da un’elaborazione realizzata dall’Ufficio studi Cgia sugli ultimi dati disponibili del Rapporto Oipe 20201. Dati allarmanti, anche perché sicuramente sottodimensionati, poiché sono stati stimati ben prima dello shock energetico scoppiato nel nostro Paese a partire dalla seconda metà del 2021. Secondo l’elaborazione degli artigiani veneti, si stimano in condizioni di povertà energetica i nuclei familiari che non riescono a utilizzare con regolarità l’impianto di riscaldamento d’inverno, quello di raffrescamento d’estate e, a causa delle precarie condizioni economiche, non dispongono o utilizzano saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia. Nell’identikit delle famiglie “vulnerabili” energeticamente si trovano quelle con un elevato numero di componenti che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato.
Al Sud maggiore vulnerabilità famiglie per consumi di luce e gas
La frequenza della povertà energetica al Sud è la più elevata d’Italia, dove interessa tra il 24 e il 36% delle famiglie residenti in questo territorio. In termini assoluti è la Campania la regione maggiormente in difficoltà: il numero delle famiglie che utilizza saltuariamente luce e gas oscilla tra le 519mila e le 779mila unità. Altrettanto critica è la situazione in Sicilia dove la forchetta oscilla tra i 481mila e i 722mila nuclei familiari e in Calabria che presenta un range tra le 191mila e le 287mila famiglie in difficoltà nell’utilizzo quotidiano di energia elettrica e metano. Un po’ meno critica, ma comunque con una “vulnerabilità” energetica medio-alta, scorgiamo le altre regioni del Mezzogiorno e alcune del Centro che presentano una forchetta che varia dal 14 al 24 per cento delle famiglie residenti: la Puglia (con un numero di nuclei compreso tra i 223mila e gli 383mila), la Sardegna (tra 102mila e 174mila), le Marche (tra 90mila e 154mila), l’Abruzzo (tra 77mila e 132mila) e l’Umbria (tra 53mila e 91mila). La situazione migliora man mano che si risale la penisola. Nella fascia a rischio medio-bassa (tra il 10 e il 14 per cento delle famiglie coinvolte), notiamo il Lazio e alcune regioni del Nord: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Nella fascia più bassa, infine, quella che comprende un numero di nuclei familiari in difficoltà che va dal 6 al 10 per cento del totale, annovera la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.
Lavoratori autonomi più a rischio povertà per caro bollette
L’aumento esponenziale dei prezzi delle bollette previsto per il prossimo autunno potrebbe peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, soprattutto quelle composte da lavoratori autonomi. Moltissimi artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas. La prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi, segnala la Cgia di Mestre nel ricordare che dagli ultimi dati elaborati dall’Istat e riferiti al 2019, il rischio povertà delle famiglie presenti in Italia con un reddito principale ascrivibile a un lavoratore autonomo era pari al 25,1% contro il 20% riconducibile a famiglie con fonte di reddito principale da lavoro dipendente.
Redazione
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