giovedì, Maggio 2, 2024

Iran, la rabbia della donne contro la polizia morale: Va abolita

Le manifestazioni si sono estese in Iran per la quinta notte consecutiva. Cinque persone sono state uccise dalle forze di sicurezza nella regione curda dell’Iran durante le violente proteste per la morte di Mahsa Amini, la 22enne arrestata dalla “polizia morale” perché non indossava correttamente il velo e deceduta per i maltrattamenti. Le vittime, secondo il gruppo curdo per i diritti umani Hengaw, sarebbero state uccise con colpi di arma da fuoco in Kurdistan, dove la polizia ha sparato contro uomini, donne e bambini scesi nelle strade per chiedere l’abolizione della polizia morale. Sulla vicenda è intervenuta l’Onu che ha denunciato “la violenta repressione” chiedendo un’inchiesta. Mahsa Amini, originaria della regione del Kurdistan, è stata arrestata dalla “polizia dei costumi” il 13 settembre a Teheran, dove era in visita con la sua famiglia. In Iran, la copertura dei capelli è obbligatoria in pubblico. La polizia dei costumi vieta inoltre alle donne di indossare cappotti corti sopra il ginocchio, pantaloni stretti e jeans forati e abiti dai colori vivaci. Da giorni, centinaia di manifestanti stanno sfidando la dura repressione e chiedono l’abolizione del corpo di sicurezza chiamato “pattuglie della morte”. Le donne bruciano l’hijab mentre i manifestanti affrontano i poliziotti. In questo filmato un agente della morale viene accerchiato e rischia di essere linciato dalla folla. A poco e nulla gli serve la pistola elettrica per difendersi. A salvarlo sono piuttosto gli altri colleghi. Molte le manifestazioni di solidarietà da tutto il mondo. Tanti i video che documentano donne che si tagliano i capelli o che bruciano il velo: un segno di protesta contro la “Polizia della morale”. A Bologna una donna ha voluto esprimere la propria solidarietà pubblicando un video muto mentre è intenta a tagliare i suoi lunghi capelli. La morte di Amini, 22 anni, arrestata a Teheran, ha alzato un’onda di proteste che si stanno consumando in diverse città iraniane e nel mondo. Il quotidiano tedesco Faz (Frankfurter Allgemeine Zeitung) apre il giornale con le proteste scatenate nella Repubblica islamica dalla morte della giovane donna. Secondo il giornale potrebbe essere il momento in cui gli iraniani prendono coscienza di poter rovesciare il regime degli ayatollah se si uniscono come fecero per rovesciare la dittatura dello scià. In ogni caso, il presidente Raisi ha lasciato “un Paese in subbuglio” andando a New York per l’assemblea generale dell’Onu, e la sua preoccupazione è resa evidente dalla telefonata, molto pubblicizzata dai media ufficiali, che prima di partire ha fatto ai familiari di Masha, per dire che “era anche sua figlia”.
Redazione
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