“Ci sono 3 morti e più di 2.000 infortuni sul lavoro al giorno e questi dati credo parlino da soli. C’è troppa precarietà e pochi controlli, c’è bisogno di investire sulla sicurezza. Siamo già a 600 morti e non siamo ancora alla fine dell’anno”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione organizzata dalle tre maggiori sigle sindacali del Paese, unite per sollecitare un piano nazionale sulla sicurezza: “Questa strage va fermata e vuol dire rimettere al centro una cultura del lavoro e della qualità del lavoro”. Mentre i 24 ministri del nuovo governo giuravano di fronte a Mattarella, a poca distanza dal Quirinale, gli esponenti Cgil, Cisl e Uil si sono così dati oggi appuntamento, spinti dai gravi numeri che si stanno registrando da inizio anno: “In Italia, ad oggi, 600 morti, 400mila infortuni, 77% di irregolarità aziendali”. Per le tre Confederazioni, “non sono solo numeri, riguardano la vita delle persone, la loro dignità’, i loro diritti”. Sul palco di piazza Santi Apostoli oltre ai segretari sindacali hanno preso la parola anche lavoratrici e lavoratori. “Se vogliamo dare salute e sicurezza il primo tema è superare la precarietà nel lavoro”, ha continuato Maurizio Landini. “Il secondo tema è fare una legge anche per gli appalti privati che impedisca la logica di massimo ribasso e dell’appalto come elemento di competizione”, ha proseguito Landini aggiungendo ancora che “non è possibile morire quando sei in alternanza scuola lavoro”.