sabato, Maggio 11, 2024

Termini Imerese, ridusse in fin di vita la compagna a forza di botte: confermata la condanna a 14 anni per un 45enne

Il primo maggio del 2021 ridusse in fin di vita la sua compagna colpendola con calci brutali, spintoni, schiaffi, pugni. Oggi Salvatore Celano, 45 anni, di Caccamo, è stato condannato a 14 anni di carcere dal gup del Tribunale di Termini Imerese (Palermo), Claudio Bencivinni. La donna, di 40 anni, Roberta P., originaria di Pavia, a distanza di quasi due anni dalla brutale aggressione, cammina a fatica con il tutore, è costretta ad essere imboccata e a essere cambiata più volte al giorno. Ma, soprattutto, ha riportato gravissimi danni cerebrali e neurologici. Irreversibili. La donna, rappresentata in aula dalla legale di parte civile, l’avvocata Cinzia Di Vita del Foro di Termini Imerese, dopo il ricovero in ospedale, con una grave emorragia cerebrale e numerose lesioni, prima di entrare in coma, aveva raccontato ai medici di essersi fatta male cadendo dalle scale. Ma le indagini condotte dai carabinieri, che furono chiamati dai medici del Pronto soccorso dell’ospedale Civico di Palermo, avevano accertato un’altra verità: le ferite riscontrate sul corpo e sul viso, tumefatto, della donna non sarebbero state assolutamente compatibili con una caduta. Da qui una inchiesta che dopo poche settimane portò all’arresto del compagno della donna.
Roberta P. viveva in casa, a Caccamo, con il compagno Vincenzo Celano e con uno zio malato dell’uomo, a cui faceva da badante. Secondo gli investigatori, la vittima sarebbe stata picchiata a sangue la sera del primo maggio 2021, ma sarebbe stata trasportata in ospedale solo due giorni dopo, la notte del due maggio, quando le sue condizioni si sono molto aggravate.
Il 17 maggio del 2021 scattarono le manette per Celano, che nel frattempo è tornato in libertà. A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare i carabinieri della stazione di Caccamo e della sezione operativa della compagnia di Termini Imerese. L’uomo era stato arrestato per tentato omicidio. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla pm di Termini Imerese Elvira Cuti, l’uomo avrebbe maltrattato la sua compagna per anni, prima del tragico epilogo del primo maggio 2021. Come si legge nelle chat whatsapp tra i due erano numerosi i messaggi “dal contenuto offensivo e minaccioso”, come dice la pm, all’indirizzo della donna. “Ti stacco la testa”, oppure “Ti gonfio”, e ancora: “Devi morire in strada, mi fai schifo, infame”. “Mi sto incazzando e ti prendi il resto, ti ammazzo se vieni”. Oppure “Ti gonfio come un pallone”.
Redazione
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