venerdì, Novembre 7, 2025

Congresso del Pd, anche Stefano Bonaccini preme perchè si faccia al più presto

La prima volta da premier di Giorgia Meloni in Parlamento è un ‘tuffo’ nella politica. Un manifesto politico più che programmatico, il giudizio dei dem. E si allarga il fronte di chi vede l’orizzonte di marzo per chiudere il congresso troppo lontano. Troppi mesi senza un nuovo leader e un nuovo gruppo dirigente. Qualche dubbio viene anche a chi nelle scorse settimane aveva indicato la necessità di tempi meno stringenti per un vero processo costituente. Vedi Andrea Orlando. Che resta dell’opinione che serva una discussione profonda ma osserva: “Anticipare? O si fa un congresso davvero costituente o tante vale… Vorrei capire quali sono regole”. Matteo Orfini non la pensa così: “Nel ricominciare a fare politica rientra anche una considerazione tecnica: di fronte a questo governo che parte, immaginare che metterci 5 mesi a fare un congresso serva a rendere quel congresso più efficace significa non avere molto chiara la gravità della situazione”. E in serata in una trasmissione televisiva interviene sul punto anche il candidato in pectore alla segreteria, Stefano Bonaccini. A fronte di una destra che in un mese è partita con il governo “un partito che ci mette sei mesi a scegliere un segretario temo non sia molto in sintonia con il paese. Io proverei ad anticipare e accelerare un po’, per evitare di dare l’idea che perdiamo mesi a discutere di noi, mentre c’è qualcun altro che si occupa di risolvere i problemi dei cittadini”.
Redazione
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