venerdì, Maggio 10, 2024

Sicilia, 600 anni di carcere per 91 persone nel maxi processo contro la mafia dei Nebrodi

Igiudici del tribunale di Patti hanno disposto 91 condanne per oltre 600 anni di carcere, 10 assoluzioni e al sequestro di beni per circa 4 milioni di euro nel processo “Nebrodi” contro i clan dei pascoli. La pena più alta riguarda Salvatore Faranda, condannato a 30 anni di reclusione. Le indagini avevano al centro le truffe ai fondi comunitari destinati ai pascoli e all’agricoltura. Un sistema che è stato combattuto dal protocollo Antoci diventato legge dello Stato. Un protocollo ideato dall’ex presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, sfuggito ad un grave attentato, presente in aula alla lettura della sentenza. Sentenza arrivata al termine di una lunghissima camera di consiglio iniziata lunedì scorso. La sentenza è del tribunale di Patti presieduto da Ugo Scavuzzo e composto dai giudici Andrea La Spada e Eleonora Vona. Il processo era nei confronti di 101 imputati pr i quali erano stati chiesti oltre mille anni di carcere dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio ed i sostituti procuratori Antonio Carchietti, Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Alessandro Lo Gerfo. Parte civile nel processo l’assessorato territorio e ambiente, Agea, le associazioni Addiopizzo, il centro studio Pio La Torre, Sos impresa- rete per la legalità, Libera e il parco dei Nebrodi ed ancora il Comune di Tortorici. È un duro colpo a clan dei pascoli,  ha commentato il presidente del Parco dei Nebrodi Domenico Barbuzza, “Il desiderio ora è di veder riconosciuto questo territorio come fucina di operosità’ e collaborazione con l’Ente, guida del comprensorio: la ripartenza che vogliamo vede al primo posto la tutela dei valori naturali dell’area protetta”. “Le truffe sono state riconosciute per buona parte. Resta il fatto che su quella parte di territorio della provincia di Messina le truffe hanno costituito la principale fonte di arricchimento sia del gruppo mafioso dei Batanesi sia del gruppo dei Bontempo Scavo, ma teniamo conto che è solo la sentenza di primo grado”. Così il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio subito dopo la lettura della sentenza del processo Nebrodi. “È stata riconosciuta – ha sottolineato- la mafiosità per i Batanesi mentre per il gruppo dei Bontempo Scavo no”.
Redazione
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