È un numero con cui fare i conti, quello che fotografa un suicidio tra gli adolescenti ogni 11 minuti del mondo: sono 46mila i giovani e giovanissimi che si tolgono la vita ogni anno in ogni parte del globo. Il dato è stato reso noto dall’Unicef in occasione dell’imminente Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dedicata al tema della salute mentale e psicosociale e che sarà celebrata il prossimo 20 novembre. Il suicidio rappresenta la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni e la seconda causa in Europa. È un piccolo esercito anche chi soffre di salute mentale: sono uno su sette, tra i 10 e i 19 anni. Secondo i dati del sondaggio il 50% si sente triste, preoccupato o angosciato. L’indagine rivela che gli adolescenti vorrebbero sentire parlare più spesso di salute mentale e benessere psicosociale dalle istituzioni (34%), dalle scuole (31%), dai famigliari (7%) e dai media (7%). Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale, denuncia l’Unicef, iniziano già entro i 14 anni di età e il 75% di tutte le problematiche legate alla salute mentale si sviluppano entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene presa in carico. Confermata, di nuovo, la tendenza al peggioramento determinata dalla pandemia. Sul tema l’Unicef Italia ha lanciato un sondaggio, realizzato sulla piattaforma digitale indipendente U-Reports sostenuta dalla stessa associazione, al fine di rilevare la percezione di benessere psicosociale e salute mentale fra un campione di adolescenti di età compresa fra i 10 e i 19 anni. Ebbene, su 194 rispondenti, il 28% si sente ottimista; il 12% triste; il14% preoccupato; il 14% angosciato; ed il 10% frustrato.
Ma i ragazzi non vogliono chiedere aiuto
Fra le circostanze che causano apprensione le difficoltà economiche personali o della famiglia (17%), il senso di isolamento (19%), la distanza dalla famiglia e dagli affetti (8%), i litigi e tensioni all’interno della famiglia (7%), emergono come i fattori più preponderanti. Tuttavia, il 41%degli adolescenti afferma di non aver richiesto aiuto a nessuno, il 22% di aver cercato aiuto da coetanei ed amici e l’11% ai familiari. L’11% dichiara di essersi rivolto presso psicologi presenti nelle scuole e nelle comunità ed il 7% presso i servizi sociali e sanitari. Fra le ragioni per non aver richiesto aiuto, il 22% afferma di non ritenerlo necessario, il 10% di non sapere a chi rivolgersi, il 10% di temere di richiedere aiuto e l’8%di avere timore del giudizio negativo degli altri. “Nonostante l’elevata prevalenza di problemi di salute mentale fra gli adolescenti, nel nostro Paese – denuncia l’Unicef Italia – i servizi di prevenzione e cura rimangono inadeguati. Prima della pandemia, nel 2019, solo 30 su 100 persone minorenni con un disturbo neuropsichico riuscivano ad accedere ad un servizio territoriale specialistico e solo 15 su 100 riuscivano ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate”
La petizione “Salute per la mente di bambini e adolescenti”
Dati tali numeri e premesse l’Unicef Italia ha lanciato la petizione “Salute per la mente di bambini e adolescenti”, con l’obiettivo di mobilitare l’opinione pubblica affinché sostenga le raccomandazioni che rivolge ai Ministri competenti in materia, per garantire investimenti e azioni di qualità volte a supportare e proteggere la salute mentale di ogni bambina, bambino e adolescente.