La questione del price cap continua a far discutere. “Abbiamo terminato una riunione tra i Paesi critici” sulla proposta del tetto al prezzo dell’energia e “c’è l’intento condiviso di non aderire” al piano presentato dalla Commissione Ue. Lo annuncia il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al termine di una riunione tra i 15 Stati che avevano chiesto mesi fa il price cap sul gas russo.
L’Italia e altri 14 Paesi: “No alla proposta Ue, serve pacchetto unico”
La proposta presentata, che ruota intorno al “prezzo dinamico” non corrisponde alle attese dei 15 Paesi, tra cui l’Italia, e questi hanno quindi concordato di non approvare le proposte dell’esecutivo comunitario su altri temi su cui possono essere favorevoli (acquisti congiunti, solidarietà tra i Paesi Ue e l’accelerazione dei permessi per le fonti rinnovabili), fino a quando non ci sarà sul tavolo un vero e proprio “price cap”, in modo che tutto venga adottato come un pacchetto unico. Il ministro lo ha riferito alla stampa chiarendo: “Naturalmente a questo punto dovremo valutare complessivamente sia la proposta della Commissione sul price cap, sia gli altri termini dell’accordo, che possono riguardare gli altri temi, come la solidarietà o la trasparenza, ma tutto in un unico blocco. Quindi su questo terremo la posizione e vedremo al Consiglio Ue”.
Berlino: “Price cap un compromesso, pronti a trattare”
Berlino giudica il price cap come un compromesso e annuncia che la Germania è “pronta a trattare”. E la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ribadisce: “Stiamo lavorando a tutta velocità al nono pacchetto di sanzioni e approveremo molto presto un price cap sul petrolio russo con il G7 e gli altri principali alleati. Non ci fermeremo finché l’Ucraina non avrà prevalso sull’illegale e barbara guerra di Putin”.
Spagna: un errore approvare altre misure separandole dal price cap
Anche la Spagna critica Bruxelles e il ministro per la Trandizione ecologica Teresa Ribera spiega: “Arriviamo a un Consiglio complicato. C’è una maggioranza di Stati che guarda con preoccupazione alla lentezza con cui la Commissione sta agendo rispetto al mandato ricevuto. E ci sono alcuni Paesi che non accettano di approvare due dei tre testi e rimandano a dopo il dibattito sul prezzo del gas. Devono essere strettamente correlati”. “Sarebbe un grave errore – aggiunge – approvare oggi gli aspetti della solidarietà e dell’acquisto congiunto, lasciando per dopo il tetto al prezzo del gas, quando il prezzo del gas è la chiave di tutto ciò che ci succede proprio ora”.