giovedì, Aprile 18, 2024

Oggi è la giornata contro la violenza sulla donne: dall’inizio dell’anno ne sono state uccise 104

I femminicidi e gli episodi di violenza contro le donne non conoscono sosta, come testimoniano le pagine di cronaca dei giornali. Dall’inizio del 2022 fino al 21 novembre in Italia sono state uccise 104 donne, quasi 10 al mese: il dato è allarmante e spiega la necessità, il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si fermarsi a riflettere sull’orrore della violenza di genere.
I NUMERI DI UNA STRAGE
analisi dei dati delle forze di polizia, contenuta nel report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza riporta un panorama fosco, anche se nei primi nove mesi dell’anno si registra una lieve diminuzione degli omicidi di donne rispetto allo stesso periodo del 2021. I femminicidi sono stati 82 anziché 90, 71 dei quali maturati in ambito familiare e, in relazione a queste 71 donne, 42 (quasi 2 su 3) hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.   Prendendo in esame il modus operandi degli omicidi maturati in ambito familiare/affettivo nel 2022, le 71 vittime sono state uccise in 31 casi con l’uso di armi bianche o improprie, come coltelli da cucina, arnesi da lavoro e pietre; in 19 casi con armi da fuoco: 10 di loro sono state strangolate, altre 10 sono morte in seguito a percosse, una è stata avvelenata. I loro carnefici, sempre nel 2022, sono nel 77% dei casi italiani e il 28% (il dato relativo più alto) ha un’età compresa tra i 31 e 44 anni.  Non sempre si è trattato di fulmini a ciel sereno: analizzando i cosiddetti reati spia della violenza di genere, ovvero quelle azioni che rappresentano degli indicatori del fenomeno, come espressioni di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica contro una donna in quanto tale, nei primi nove mesi del 2022 viene registrato un calo: gli atti di stalking diminuiscono del 17%, calano dell`8% i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell`81% dei casi; aumentano invece del 9% le violenze sessuali. I primi nove mesi dell’anno fanno registrare anche un potenziamento dell’azione di prevenzione con un aumento del 40% degli ammonimenti dei Questori per violenza domestica e del 6% di quelli per stalking.
CHE COS’È LA GIORNATA PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO DONNE
Data la gravità e la dimensione del fenomeno, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite già nel 1998 ha stabilito l’istituzione di una data, il 25 novembre appunto, per commemorare a livello internazionale tutte le donne vittime di violenza di genere. Qualche tempo dopo, il 17 dicembre 1999, ha promulgato la risoluzione 54/134, istituendo la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Scopo della Giornata, oltre appunto a ricordare le vittime, è anche sensibilizzare l’opinione pubblica su questo barbaro fenomeno, che comprende il femminicidio, ma anche ogni forma di violenza di genere, che sia fisica e psicologica.
PERCHÉ IL 25 NOVEMBRE
La data è stata scelta per ricordare il brutale assassinio delle tre sorelle Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa Mirabal, uccise a Malcedo, in Repubblica Dominicana, il 25 novembre 1960. Le tre donne erano attiviste nell’opposizione del regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che ha tenuto il Paese in uno stato di caos e di arretratezza economica per oltre 30 anni. Le tre sorelle furono intercettate da un gruppo di agenti del Servizio di informazione militare lungo la strada che percorrevano per recarsi a far visita in prigione ai loro mariti, incarcerati per le loro attività contro il regime trujillista. Le tre donne furono seviziate, uccise e infine lanciate da un dirupo con la loro auto per simulare un incidente. L’omicidio de “Le farfalle” (questo era il nome in codice delle tre sorelle) scatenò però una grande e commossa reazione popolare che sfociò nel 1961 nell’uccisione di Trujillo e quindi nella fine della dittatura.
LE SCARPE ROSSE
Sono uno dei simboli per eccellenza di questa Giornata: La consuetudine di indossare o esporre scarpe di questo colore nasce da un progetto di arte pubblica, creato nel 2009 dall’artista messicana Elina Chauvet e intitolata “Zapatos Rojos”, che significa, appunto, scarpe rosse. L’installazione costituisce un progetto di arte itinerante e si compone di centinaia di paia di scarpe femminili di ogni foggia, ma sempre e rigidamente di quel colore, esposte ordinatamente lungo un percorso urbano per simboleggiare la marcia silenziosa di donne che non ci sono più o che non possono quindi far sentire la loro voce per esprimere la loro sofferenza.  Le scarpe vengono raccolte per passaparola o attraverso i social media, indossate in particolari occasioni o esposte pubblicamente in installazioni scenografiche e commuoventi.
LE INIZIATIVE PER LA GIORNATA
Tra le iniziative di quest’anno, ricordiamo la campagna di comunicazione integrata realizzata da Mediaset: “La violenza comincia sempre con le parole”. La campagna è in onda dal 21 al 25 novembre e invita le vittime di violenza a cogliere i primi segnali di allarme e a cercare subito aiuto. Il claim della campagna vuole far riflettere su quanto sia importante, nel caso ci si sentisse rivolgere frasi e parole sbagliate o aggressive, segnalare immediatamente la situazione contattando il numero anti violenza e stalking di pubblica utilità 1522, attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. La pianificazione digital dà la possibilità di ricevere sostegno anche online: cliccando sui banner della campagna si raggiunge il sito dell’help line  e è possibile chattare con un’operatrice del 1522. Sulla pagina dedicata di Mediaset Infinity è inoltre disponibile una sezione con approfondimenti e informazioni utili. Tra le numerose iniziative legate alla Giornata, ricordiamo “Scarpette Rosse In Ceramica” , progetto nazionale in progress delle 45 Città Italiane della Ceramica Artistica, aderenti ad AiCC (Associazione Italiana Città della Ceramica). Lungo le strade, sui marciapiedi, sulle panchine, nelle piazze, sui balconi, nei prati e dentro i palazzi delle Istituzioni o negli uffici, gli artisti ceramisti creano piccole installazioni con scarpe, sandali, zoccoli, e stivali di colore rosso, modellati, cotti al forno, dipinti, smaltati rigorosamente a mano. Un modo poetico per esprimere il grido di dolore per una libertà fondamentale e negata. Questa edizione assume un significato e una valenza particolarmente importanti nel contesto sempre più drammatico del regime iraniano e del dissenso represso con la violenza.  Da quest’anno si aggiungono all’iniziativa anche le targhe in ceramica con il numero di telefono di soccorso 1522.
LA DISCRIMANAZIONE DI GENERE E IL GENDER GAP
Sono altre forme di violenza di genere, meno eclatanti ma comunque significative: la discriminazione di genere si verifica non solo in ambiente lavorativo, ma già fra le mura domestiche, minando l’indipendenza delle donne. Ad affermarlo sono più di 4mila donne coinvolte da “Fondazione Libellula” nella survey ripresa dalla campagna “La verità non può restare in ombra”,  promossa in occasione della  settimana di eventi online dedicata al dialogo sull’equità di genere e sul contrasto della violenza contro le donne. Solo il 9,3% è infatti responsabile delle decisioni finanziarie in famiglia. Tre donne su quattro, inoltre, non sono soddisfatte di come vengono divisi i carichi di lavoro in famiglia e una su due afferma di occuparsi in modo esclusivo dei figli.
Redazione
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