sabato, Maggio 18, 2024

E se il Cratere di Eufronio originale fosse sotto la Cupola di San Pietro?

Ma il Sindaco Gubetti smentisce: “È gelosamente custodito nel Museo Nazionale

Archeologico Cerite. Sarebbe bello ospitare la riproduzione di Monsignor Basso”

 

È la seconda volta, nel giro di poche ore che torniamo a parlare del Cratere di Eufronio. Stavolta più brevemente, e per una notizia particolarmente curiosa. La storia che racconteremo non è nuova. Già all’inizio del 2021 Il Messaggero riportò la notizia di una splendida collezione d’arte, nascosta in 50 casse ignifughe di colore verde (che nelle ultime notizie sono diventate 30), in un locale segreto sotto la Cupola di San Pietro. Un tesoro artistico misteriosamente accumulato negli anni da un anziano canonico proprio di San Pietro: don Michele Basso. La magnifica collezione è costituita da molte decine di dipinti antichi, sculture di marmo, frammenti di affreschi quattrocenteschi e numerosi reperti archeologici. Non roba qualsiasi. La collezione comprendeva anche diversi bozzetti di Pietro da Cortona, delle tavole lignee del Guercino, e persino una scultura in marmo bianca ispirata ai Prigioni di Michelangelo. Molte opere pregiate, ma anche moltissimi falsi. Collezione di cui nessuno sa spiegare la provenienza, e di come sia stata creata nel tempo. Papa Francesco ha incaricato il cardinale di Assisi, Mauro Gambetti, di risolvere il mistero della formazione di questa misteriosa collezione. Questo è il breve antefatto. Non ci interessa, in questa occasione, raccontare la vicenda nei particolari. Vicenda che è tornata alla ribalta per la morte, avvenuta ieri 8 gennaio 2023, di don Michele Basso. Che ha portato nella tomba tutte le risposte che in molti hanno inutilmente cercato in questi anni Ma perché ne stiamo parlando? Perché tra le opere collezionate da don Basso c’è anche una copia perfetta del nostro Cratere di Eufronio. Detta in questo modo, non sembra neanche una vera notizia. Qualche tempo fa si poteva ammirare una splendida riproduzione del Cratere di Eufronio anche nella bottega di Paolini a Cerveteri, ma c’è una particolarità. Questa riproduzione è datata, non mi chiedete come hanno fatto, ai primi anni del 1900. Almeno questo riportano le cronache. Sappiamo tutti che il ritrovamento “ufficiale” del Cratere di Eufronio risale al 1971, e che fu acquistato dal Metropolitan Museum di New York nel 1973. A questo punto la domanda sorge spontanea: come è possibile che esista una copia fedele di un vaso etrusco scoperto solo molti anni dopo la realizzazione del falso? È evidente che ci sia qualcosa che non va. Soprattutto perché don Michele Basso, oltre ad essere un personaggio inquietante per i misteri che ci ha lasciato, era anche un riconosciuto esperto d’arte. E quindi non poteva non sapere che il Cratere era stato scoperto e trafugato da Cerveteri nel 1971. E che quindi, a meno di ipotizzare una macchina del tempo, quella copia non poteva esistere, o la datazione non poteva essere quella scritta nella documentazione. È un vero mistero che dovrà cercare di risolvere il cardinale Gambetti. Le possibili soluzioni, giocando con la fantasia, possono essere solo tre. La prima è che i tombaroli di Cerveteri hanno mentito, e non hanno trovato loro l’originale Cratere di Eufronio a Cerveteri nel 1971. Ipotesi possibile, ma poco probabile, considerando la narrazione ufficiale, le indagini degli inquirenti, e le approfondite analisi fatte dal Metropolitan.  La seconda soluzione è che la copia sia stata realizzata successivamente al 1971. Ipotesi che sembra la più probabile, ma che è smentita dalla documentazione di monsignor Basso che, come dicevamo, era un profondo conoscitore del mercato dell’arte, e che non avrebbe quindi mai potuto fare un errore tanto grossolano. La terza, la più fantasiosa, ma anche la più affascinante, è che quello costudito in una cassa ignifuga verde, nascosta sotto il cupolone di San Pietro, sia proprio l’originale Cratere di Eufronio, e che i tombaroli di Cerveteri hanno rifilato al Metropolitan uno clamoroso falso. Ipotesi sicuramente fantasiosa ma, se ci pensate un attimo, è l’unica delle tre a non avere obiezioni evidenti.
(di Giovanni Zucconi – ratto da Baraondanews.it)
La smentita del Sindaco
Immediata la smentita da parte del Sindaco di Cerveteri, Elena Gubetti che, anche con un pizzico di orgoglio, dichiara: “Nella giornata di ieri diversi organi di stampa hanno diffuso la notizia della morte di Monsignor Michele Basso, canonico di San Pietro. Il sacerdote, secondo le ricostruzioni giornalistiche, era un noto possessore di una preziosa quanto prestigiosa collezione d’arte avente fra i suoi pezzi anche una pregiatissima riproduzione del famoso Cratere di Eufronio il cui originale etrusco, sempre secondo la stampa, sarebbe attualmente conservato nel Museo di Villa Giulia. Mi corre l’obbligo in qualità di Sindaco della Citta di Cerveteri di rettificare questa informazione. L’originale del Cratere di Eufronio è gelosamente custodito nel Museo Nazionale Archeologico Cerite a Cerveteri, dove è tornato per la prima volta nel luogo del suo ritrovamento nel dicembre del 2014, grazie al lavoro dell’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Alessio Pascucci con il contributo dell’assessore Lorenzo Croci. Il vaso proviene dal saccheggio di una tomba della necropoli etrusca di Greppe Sant’Angelo, nella zona di Monte Sant’Antonio del comune laziale, avvenuto nel 1971. Dopo essere stato trafugato dai tombaroli e recuperato dopo lunghe vicissitudini giudiziarie e complessi negoziati internazionali, il Cratere è tornato a Cerveteri dopo ben 43 anni e da quel momento non è mai più stato spostato. Un altro aspetto che mi preme precisare è invece legato a chi può aver eseguito una così meticolosa riproduzione. Cerveteri da sempre è stata terra di straordinari artisti capaci di riprodurre le tecniche più complesse dell’arte Etrusca e non è un azzardo ipotizzare che l’autore della riproduzione possa essere un nostro concittadino. Sarebbe bello, quindi, poter pensare di ospitare nella nostra città anche la famosa riproduzione che adesso è oggetto di tanta attenzione. La città di Cerveteri custodisce tesori di immensa bellezza e di immenso valore come testimonia l’unicità della Necropoli della Banditaccia, sito mondiale Unesco e Patrimonio mondiale dell’umanità, sarebbe bellissimo poter arricchire questo patrimonio anche con un’opera come la riproduzione del Cratere di Eufronio in possesso di Monsignor Basso”.
Redazione
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