Claudio Marini si faceva chiamare Alex Bell e aveva organizzato una struttura credibile per selezionare ragazze che avevano il sogno di diventare attrici. Studi associati e uffici professionali per casting, sale d’attesa gremite di gente, una segretaria (ignara di tutto) che si occupava di registrare i nomi, e poi lui, che si “vendeva” come l’uomo incaricato da due società (poi risultate essere inesistenti e non operative) come regista. Il cinquantenne è finito nei guai dopo essere stato denunciato da un’aspirante attrice di vent’anni che Marini aveva baciato prima di provare ad avere un rapporto intimo. Tentativo andato a vuoto. La giovane, scioccata dall’accaduto, scappò e denunciò, dando via all’inchiesta. Lo schema era stato attuato più volte: dodici (più una) le donne coinvolte.
Lo “schema” per recuperare mesi preziosi
Se la recita utilizzata dal 50enne originario di Frosinone per adescare aspiranti attrici era sempre la stessa, anche il copione andato in scena tra le aule del tribunale di Roma è sempre stato uguale. Come riportato da La Repubblica, sono stati una serie di cavilli, impedimenti e assenze a ostacolare la giustizia. Anche nell’ultimo episodio, quando non si sono presentati i testimoni chiamati dalla difesa. L’incredibile dilatazione dei tempi ha fatto scadere i termini della custodia cautelare: Marini è tornato libero. Per le vittime, il tempo della giustizia non è ancora arrivato.