“Noi continueremo a fornire all’Ucraina, fin quando sarà necessario, tutto il sostegno di cui avrà bisogno”. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, al fianco del presidente francese, Emmanuel Macron. “Insieme, in quanto europei, allo scopo di difendere il nostro progetto di pace europeo”, ha aggiunto Scholz, in una cerimonia alla Sorbona per il 60esimo anniversario del trattato dell’Eliseo per la riconciliazione tra Germania e Francia. “La fornitura di armi offensive a Kiev porterebbe a un disastro globale”. A dirlo è lo speaker della Duma russa, Viacheslav Volodin, secondo cui “se Washington e i Paesi della Nato inviano armi da impiegare per attaccare città pacifiche o per tentare di occupare le nostre terre, una minaccia che è stata fatta, questo provocherebbe una reazione con l’uso di armi ancora più potenti”. “È possibile superare la carestia? Sì. È possibile garantire la sicurezza alimentare? Sì. È possibile stabilizzare i prezzi dei generi alimentari sul mercato mondiale? Sì. Ma per farlo, dobbiamo punire gli aggressori e aiutare i Paesi sull’orlo della carestia”. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aggiungendo: Questo è esattamente ciò che sta facendo l’Ucraina. Questo è esattamente ciò che stanno facendo i nostri partner”. Sono ancora i carri armati Leopard 2 a dividere i Paesi sostenitori dell’Ucraina in guerra. Quella che da Kiev era sempre stata una ferma richiesta, ora sembra quasi una supplica. “L’indecisione sull’invio dei tank sta uccidendo altri nostri cittadini. Ogni giorno di ritardo è la morte degli ucraini”, afferma il consigliere del capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Michailo Podoliak, criticando i tentennamenti di Stati Uniti e Germania.
