La soddisfazione del consigliere Gianluca Paolacci: “Hanno capito
che solo uniti si possono fare manifestazioni nell’interesse della città”
Alla fine ci è riuscito ad organizzare e realizzare il primo carnevale con la sfilata di carri allegorici della storia di Cerveteri. Tante persone si sono dedicate alla realizzazione dell’idea di Gianluca Paolacci, presidente della commissione sport e cultura del comune cerite.
Come siete arrivati a questo importante risultato?
“Parlando con tutte le persone che da subito si sono dimostrate interessate a mettere in pratica l’idea. Hanno fatto tutto loro. Sono fantastici. Si sono distribuiti i compiti in modo encomiabile. Nelle locandine ci stanno tutte le associazioni che hanno fatto tanto per questa festa. Un mix di idee e praticità che ha fatto si che il progetto prendesse corpo. Io ho solo messo l’idea è qualche ora del mio tempo libero a guardare ammirato quanto sono bravi a costruire dal nulla i carri. Senza escludere davvero nessuno, ma un grazie particolare lo devo a Francesco Di Giancamillo presidente della Proloco delle Due Casette che ha profuso insieme a tutti un lavoro incredibile”.
Cosa succederà a Cerenova l’11 febbraio?
“Ci sarà il primo carnevale della storia di Cerveteri con carri allegorici e grande partecipazione dei bambini della scuola di Cerenova e di Furbara e della parrocchia di Cerenova. Sarà un giorno di festa per bambini e grandi. Si riempiranno le strade della frazione con colei giochi di strada ed a chiusura la sfilata dei carri”.
Perché la scelta di Cerenova?
“Semplice. Perché Cerenova completa Cerveteri, un corpo unico. E a me piace pensare che Cerveteri è grande e nella sua grandezza comprende anche le frazioni.”
È molto attivo su più fronti. Ha risolto la spinosa situazione con il Cerveteri Calcio e lo stadio Galli. Si è impegnato per la scuola di Furbara. Sta facendo una battaglia per le strade delle Due Casette e non solo. È nel direttivo della Proloco delle Due Casette. Dica la verità, quale è il suo obiettivo?
“Il mio obiettivo è quello di arrivare alla fine del mio mandato lasciando qualcosa di buono. Poter dire semplicemente di aver provato a fare qualcosa. Insomma non far pentire quelli che mi hanno votato. Tutto qui”.
Pensa a qualcosa in grande per lei in politica?
“Penso a fare del mio meglio per la città. Sono un istintivo. Anche un po’ visionario. Non programmo ma progetto. Mi piace di più”.
Qualcuno dice che il suo modo di fare opposizione sia un po’ inusuale. Perché?
“Non lo so. Lo chieda a loro. Di sicuro le posso dire che non amo le polemiche e le critiche sterili. Se mai devi mettere in difficoltà l’amministrazione, preferisco mettercela con i fatti. Con le proposte. Ma parto dal presupposto che la collaborazione sia l’arma migliore per il bene della città. Pur rimanendo nella mia posizione”.