Svelati nuovi misteri dello spazio estremo. L’Agenzia Spaziale Europea ha annunciato che il telescopio spaziale Cheops ha scoperto un anello inaspettato attorno al pianeta nano Quaoar, uno simile ai famosi anelli di Saturno. La scoperta – avvenuta anche grazie a tecnologie spaziali italiane realizzate da Leonardo – ha sorpreso anche gli scienziati perché il pianeta nano Quaoar fa parte di una raccolta di piccoli mondi distanti noti come oggetti transnettuniani (Tno) e di cui ad oggi se ne conoscono circa 3000. I Tno si trovano nella parte esterna del Sistema Solare, oltre l’orbita del pianeta Nettuno, ed i più grandi sono Plutone ed Eris. Con un raggio stimato di 555 chilometri, Quaoar si colloca intorno al numero sette nell’elenco delle dimensioni ed è orbitato da una piccola luna chiamata Weywot, di circa 80 chilometri di raggio. L’Agenzia Spaziale Europea sottolinea che studiare questi pianeti nani è difficile a causa delle loro piccole dimensioni e delle loro distanze estreme e che Quaoar orbita attorno al Sole a quasi 44 volte la distanza Sole-Terra. Di qui anche l’importanza dell’osservazione annunciata oggi. L’anello inaspettato osservato attorno al pianeta nano Quaoar è stato scoperto attraverso una serie di osservazioni avvenute tra il 2018 e il 2021. Usando una collezione di telescopi terrestri e il telescopio spaziale Cheope, gli astronomi hanno osservato Quaoar attraversare una successione di stelle lontane, bloccando brevemente fuori la loro luce mentre passava. Questo evento, continua l’Esa, è noto come occultazione. Lanciato nel dicembre 2019 per osservare esopianeti , pianeti al di fuori del nostro sistema solare, la scoperta di Cheops dell’Esa parla anche italiano. Cheops scruta infatti lo spazio anche grazie a sofisticati ‘occhi’ progettati e costruiti da Leonardo. Il telescopio spaziale di Cheops, su commissione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è infatti stato progettato e costruito nello stabilimento del colosso italiano dell’aerospazio Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze), dove ingegneri, fisici e tecnici specializzati hanno realizzato lo strumento secondo i requisiti definiti dai ricercatori Inaf di Padova e Catania (Oapd e Oact), in collaborazione con l’Università di Berna. In particolare, Leonardo – insieme al contributo di piccole e medie imprese – ha curato la realizzazione del sistema ottico del telescopio, basato su specchi asferici, e dell’ottica di collimazione sul piano focale (specchio e lenti).