Il dissidente russo Aleksei Navalny ha pubblicato, dal carcere in cui sconta una condanna a più di nove anni, un manifesto in 15 punti per la pace e, soprattutto, il futuro della Russia in cui prevede l’impiego dei proventi dell’export di gas e petrolio per risarcire l’Ucraina dai danni della guerra, la convocazione di elezioni generali libere, l’istituzione di un’assemblea costituente, ma soprattutto, che la Russia intraprenda la strada dell’Europa, la sua unica scelta. Il documento è stato pubblicato in coincidenza con l’anniversario dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle forze russe. “Il Presidente russo Putin ha dato inizio a una guerra di aggressione ingiusta contro l’Ucraina, con pretesti ridicoli. Sta disperatamente cercando di renderla una guerra popolare, trasformando tutti i russi in suoi complici, ma i suoi tentativi stanno fallendo. Non ci sono quasi volontari per questa guerra e le forze militari devono fare affidamento sui detenuto e sulle persone costrette a mobilitarsi”, sottolinea l’oppositore in carcere in Russia dal gennaio del 2021. “Le ragioni reali di questa guerra sono questioni politiche ed economiche interne alla Russia, il desiderio di Putin di mantenere il potere a tutti i costi e la sua ossessione con il suo lascito storico. Vuole passare alla storia come ‘lo zar conquistatore’ e ‘colui che conquista terre su terre'”. Per questo, “decine di migliaia di ucraini innocenti sono stati uccisi e dolori e sofferenze sono precipitati su milioni di altri. Sono stati commessi crimini di guerra. Le città e le infrastrutture ucraine sono state distrutte”. “La Russia sta subendo una sconfitta militare. Averlo realizzato ha fatto cambiare la retorica delle autorità, che sono passate dal dire ‘Kiev cadrà in tre giorni’ a minacciare in modo isterico l’uso di armi nucleari nel caso in cui la Russia sarà sconfitta. Le vite di decine di migliaia di soldati russi sono state rovinate senza motivo. La sconfitta potrà essere rimandate al costo delle vite di centinaia di migliaia di altri soldati mobilitati, ma sarà inevitabile. La combinazione di una guerra aggressiva, corruzione, generali inetti, economia debole, eroismo e motivazioni elevata delle forze che si difendono può solo risultare in una sconfitta”.