sabato, Aprile 20, 2024

La tragedia di Rigopiano: oggi arriva la sentenza dopo sei anni

Giunge a conclusione il processo di primo grado per Rigopiano, a distanza di oltre sei anni dalla tragedia in cui perirono 29 persone a causa di una valanga che, il 18 gennaio 2017, travolse l’hotel di Farindola. Il processo conta 30 imputati che saranno giudicati con il rito abbreviato. Le accuse sono, a vario titolo, disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio, abusi edilizi. Nelle udienze precedenti l’accusa – rappresentata dal procuratore capo, Giuseppe Bellelli, e dai pm Andrea Papalia e Anna Benigni – ha chiesto 26 condanne per un totale complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione e quattro assoluzioni.
La sentenza è prevista per il pomeriggio di oggi.
L’inchiesta sul disastro si è conclusa nel novembre 2018 e aveva riguardato, in un primo tempo, il corto circuito avvenuto tra i vari livelli istituzionali deputati a gestire l’emergenza maltempo, chiamando in causa Regione Abruzzo, Prefettura e Provincia di Pescara, Comune di Farindola. Poi si era estesa anche alla mancata realizzazione della Carta prevenzione valanghe da parte della Regione e ai permessi per la ristrutturazione del resort, per un totale di 40 indagati. A fine dicembre 2018 c’è anche un’inchiesta bis sul depistaggio, a carico del personale della Prefettura di Pescara, compreso l’ex prefetto Francesco Provolo – per aver occultato il brogliaccio delle segnalazioni del 18 gennaio alla Mobile di Pescara – con altri sette indagati. A dicembre del 2019 i vertici regionali escono dal processo con 22 archiviazioni per ex presidenti della Regione ed ex assessori regionali alla Protezione Civile. La condanna più pesante, 12 anni, è stata chiesta per l’ex prefetto Francesco Provolo. Tra le altre richieste di condanna ci sono gli 11 anni e 4 mesi chiesti per il sindaco, in carica, di Farindola (Pescara), Ilario Lacchetta, i sette anni e otto mesi per il gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso, i sei anni per l’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco. Sul fronte del depistaggio in Prefettura, 2 anni e 8 mesi per Daniela Acquaviva e Giulia Pontrandolfo. Due anni per Giancarlo Verzella.
Redazione
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