sabato, Maggio 10, 2025

Stragi di mafia: il pentito Gaspare Spatuzza torna in libertà dopo 26 anni di carcere

di Giuseppe Iacoviello

Gaspare Spatuzza, ex killer di Cosa Nostra e collaboratore di giustizia, ha ottenuto la libertà condizionale. La richiesta, presentata nell’aprile scorso, è stata accolta, come riportato dal Corriere della Sera. Spatuzza ha avuto un ruolo chiave nella riscrittura della storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio, fornendo informazioni determinanti alla giustizia. Conosciuto con i soprannomi di ‘u Tignusu per la sua calvizie e l’imbianchino per il suo mestiere, era affiliato alla famiglia mafiosa di Brancaccio, guidata dai fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Il suo passato criminale è segnato da una lunga scia di delitti. Si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 usata come autobomba in via D’Amelio, attentato in cui il 19 luglio 1992 persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. È stato tra gli esecutori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993 e ha partecipato al rapimento del tredicenne Giuseppe Di Matteo, ucciso per punire il padre Santino, divenuto collaboratore di giustizia. Nel corso della sua carriera criminale, ha ricevuto condanne per oltre 40 omicidi. Arrestato nel 1997 all’ospedale Cervello di Palermo, durante la detenzione si è avvicinato alla religione cattolica, iscrivendosi alla facoltà di teologia e intraprendendo un percorso di pentimento. Nel 2008 ha deciso di collaborare con la giustizia, fornendo dichiarazioni che hanno contribuito anche al processo contro Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio. Dopo essere stato sottoposto alla detenzione domiciliare dal 2014, ora ha ottenuto la liberazione condizionale, pur dovendo rispettare per i prossimi cinque anni diverse restrizioni, tra cui il divieto di frequentare pregiudicati e di lasciare la provincia di residenza senza autorizzazione della Questura. Nel corso del suo percorso di redenzione, Spatuzza ha più volte chiesto perdono alle vittime, ha svolto attività di volontariato e si è scusato con il fratello di Don Puglisi per il suo coinvolgimento nell’omicidio del sacerdote. Ha inoltre pregato all’Accademia dei Georgofili, luogo della strage di Firenze del 1993, in segno di contrizione per il suo passato.

Redazione
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