venerdì, Aprile 19, 2024

Guerra in Ucraina, prosegue l’avanzata russa a Bakhmut

La Russia continua a guadagnare terreno a Bakhmut, la città strategica del Donbass dove da settimane infuriano i combattimenti, ma a costo di perdite “significative”. Lo sottolinea il think tank americano Institute for the Study of War (Isw) nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione sul campo di battaglia. “I video geolocalizzati pubblicati il 9 e 10 aprile mostrano che le forze russe hanno compiuto progressi marginali a nord-ovest di Khromove (2 km a ovest di Bakhmut), nella parte sud-ovest di Bakhmut e a nord di Sacco e Vanzetti (15 km a nord di Bakhmut)”, scrive l’Isw. I servizi russi dell’Fsb hanno annunciato oggi l’arresto nella regione di Zaporizhzhia di un cittadino russo, accusato di passare all’intelligence ucraina informazioni sulle operazioni militari di Mosca. “Ha riferito la posizione di istituzioni, tra cui banche, servizi di comunicazione, istituzioni sociali e altri luoghi in cui si riunisce un gran numero di civili” a Zaporizhzhia e Kherson, ha detto un portavoce dell’Fsb citato dall’agenzia di stampa Interfax. L’uomo rischia fino a 20 anni di carcere, ma, se entreranno in vigore gli emendamenti alla legge che stabilisce le pene per reati di questa natura, potrebbe essere condannato all’ergastolo. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente e tra i principali beneficiari degli aiuti americani, ha recentemente ordinato ai suoi sottoposti di produrre in segreto fino a 40mila razzi da mandare in Russia. E’ quanto emerge da un documento dell’intelligence statunitense. Nel documento top secret, ottenuto dal Washington Post tramite Discord, un’app popolare tra i gamer, si parla di presunte conversazioni tra al-Sisi e alti funzionari militari egiziani e si fa riferimento a piani per fornire alla Russia proiettili di artiglieria e polvere da sparo. Nel documento si evidenzia che lo scorso primo febbraio al-Sisi ha ordinato ai funzionari di mantenere segreta la produzione e la spedizione dei razzi “per evitare problemi con l’Occidente”. Stando sempre al documento trapelato, il leader egiziano chiede a una persona identificata solo come Salah al-Din di comunicare agli operai della fabbrica che i proiettili sono destinati all’esercito egiziano. Salah al-Din è probabilmente Mohamed Salah al-Din, il ministro di stato per la Produzione militare, il quale risponde che avrebbe “ordinato alla sua gente di lavorare su turni se necessario perché era il minimo che l’Egitto potesse fare per ripagare la Russia per un aiuto non specificato in precedenza”. La polvere da sparo offerta alla Russia sarebbe prodotta dalla Fabbrica 18, che è il nome di un vecchio impianto di produzione chimica. Nel documento si citano anche i Sakr 45, ma non si dice esplicitamente se questi razzi, che sono compatibili con i lanciarazzi multipli Grad, vengano prodotti per la Russia. Il documento non chiarisce esplicitamente perché la Russia sia interessata ad acquisire i razzi, ma con ogni probabilità ciò sarebbe dovuto alla necessità di far fronte alle enormi quantità di munizioni utilizzate in Ucraina. Secondo il governo americano, la Corea del Nord sta fornendo segretamente alla Russia proiettili di artiglieria e la Cina sta prendendo in considerazione l’ipotesi di fare lo stesso.

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