giovedì, Marzo 28, 2024

Il 1° maggio il Cdm si riunisce e sul tavolo ci sarà il decreto lavoro

Il 1° maggio il Consiglio dei ministri si riunisce e sul tavolo ci sarà il decreto lavoro. Un testo di circa 30 articoli, le cui bozze permettono già di avere un quadro di quali saranno le novità previste. A disposizione ci sono 3,4 miliardi dallo scostamento di bilancio. Si va dal nuovo assegno di inclusione, che dal 2024 sostituirà il Reddito di cittadinanza, alle nuove norme per i contratti a termine, fino al potenziamento della sicurezza sul lavoro. Ecco tutte le ipotesi. Una delle novità più attese riguarderà i datori di lavoro privati: per coloro che assumeranno dal 1 giugno al 31 dicembre 2023 under 30 Neet – giovani che non studiano e non lavorano – e che siano registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani” potranno presentare domanda per ottenere “un incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali”.  Il Reddito di Cittadinanza scomparirà dall’anno prossimo: si va verso due strumenti alternativi con una stretta complessiva. L’Assegno di inclusione dal primo gennaio 2024, come misura di contrasto alla povertà, che prenderà il posto del Rdc. E lo Strumento di attivazione, in campo dal primo settembre 2023, come misura di avviamento al lavoro in cui la formazione diventa vincolante. L’Assegno di Inclusione sarà un sussidio a famiglie con Isee inferiore a 9.360 euro e reddito del nucleo fino a 6mila euro con almeno un minorenne o un ultrasessantenne o un disabile. L’aiuto si attesterebbe sui 500 euro al mese, al quale eventualmente aggiungere un contributo per l’affitto di 280 euro. L’assegno verrà erogato per 18 mesi e potrà essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi. Per avere il beneficio si dovrà iscriversi al sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl). Previsti inoltre incentivi: ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, sarà riconosciuto, per dodici mesi, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8mila euro.  Per chi, invece, è in difficoltà e può lavorare (i cosiddetti occupabili), arriverà lo “Strumento di attivazione” (Sda), il sostegno sarebbe di 350 euro mensili per un anno, con obbligo di seguire corsi di formazione.  In arrivo anche un nuovo taglio del cuneo fiscale, che dovrebbe salire di un altro punto o due per i redditi medio-bassi, cioè un lordo annuo fino a 35mila euro, la stessa platea che beneficia da gennaio di un’analoga, ma più consistente, agevolazione (ora è di 2 punti per i redditi fino a 35mila euro e 3 per quelli fino a 25mila). In media, si stima, in busta paga ci sarebbero circa 15 euro netti in più al mese.  Nel testo dovrebbe rientrare gli aumenti per i fringe benefit (i buoni che danno le aziende per comprare, per esempio, la benzina o pagare le bollette. Riguarderanno solo chi ha figli. Queste agevolazioni di welfare aziendale detassate date dalle imprese potrebbero raddoppiare dagli attuali 258 euro o forse salire ancora di più, ma non fino ai 3mila euro del 2022.  Maglie più larghe per assumere con contratti a termine. Diventerà più semplice per le imprese prendere un lavoratore a tempo determinato, con un alleggerimento dei motivi che giustificano questo tipo di assunzioni e per poter superare il divieto di prorogare i contratti a termine  oltre i dodici mesi.  Infine arriverà al Ministero del Lavoro un fondo da 10 milioni per il 2023 e 2 milioni l’anno dal 2024 per “riconoscere un sostegno economico ai familiari degli studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado, anche privati, comprese le strutture formative per i percorsi di istruzione e formazione professionale e le Università, deceduti a seguito di infortuni occorsi, successivamente al 1 gennaio 2018, durante le attività formative”.

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