giovedì, Maggio 15, 2025

Egitto, lo studente Patrick Zaki oggi in aula per una nuova udienza

Si tiene stamattina a Mansura, in Egitto, la decima udienza del processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna che rischia cinque anni di carcere per il contenuto di un suo articolo. Il suo avvocato, Hoda Nasrallah e lo stesso Zaki non hanno escluso che oggi ci possa essere la sentenza, ma molto spesso in passato le decisioni della Seconda Corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori di Mansura hanno contraddetto le aspettative.
Formalmente l’udienza odierna serve solo a far depositare atti della difesa ma, trattandosi di un giudice monocratico, c’è la possibilità di una sentenza. Inoltre, per la prima volta dall’inizio del processo nel settembre 2021, alla precedente udienza del 28 febbraio avvocati del ricercatore dell’Alma Mater bolognese hanno potuto esporre in maniera organica la loro difesa, creando l’aspettativa di una sentenza già oggi. La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Patrick Zaki è iniziata con l’arresto tra il 7 e l’8 febbraio 2020 e dura da tre anni e tre mesi, di cui 22 mesi passati in carcere. L’accusa di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” si basa su un articolo scritto dal ricercatore nel 2019 su un attentato dell’Isis e due casi di presunte discriminazioni di copti, i cristiani d’Egitto. Durante il periodo prima del processo, tra il febbraio 2020 e il settembre 2021, Patrick aveva subito lo stillicidio di 18 udienze (slittate peraltro nove volte) in cui furono decisi prolungamenti della sua custodia cautelare passata quasi tutta nel carcere di Tora al Cairo, i rinnovi, come previsto dalla normativa, nei primi cinque mesi furono di 15 giorni ciascuno e poi di 45. “Tutti sanno che non voglio lasciare definitivamente l’Egitto o vivere in Europa”, ha scritto Patrick in un messaggio pubblicato sui social poco prima dell’inizio dell’udienza del processo. “Tornerò in Egitto (…) ogni volta che si presenterà una vacanza” o una qualsiasi altra “opportunità di tornare”, ha scritto ancora Patrick dopo aver sottolineato di essere “sempre determinato” a condurre “la mia vita come avevo programmato, realizzando i miei sogni legati al conseguimento di un master e poi di un dottorato in Europa”. Ancora verso le 10:15 ora italiana l’ANSA ha constatato che Patrick stava parlando con diplomatici stranieri (rappresentanti di Italia, Unione europea, Stati Uniti e Canada) nei pressi del tribunale e non era entrato nell’edificio del Vecchio Palazzo di Giustizia di Mansura, su una trafficata arteria che costeggia il Damietta, un ramo del delta del Nilo.

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