
“Si fidava ciecamente dei suoi genitori e non dei medici. Era succube della madre e del padre”, così nell’agosto del 2016 morì a soli 17enne la padovana Eleonora Bottaro, malata di leucemia. Tanto si legge nelle motivazioni della Corte di Cassazione che ha confermato lo scorso marzo la condanna a due anni, per omicidio colposo, dei genitori della ragazza, Lino Bottaro e Rita Benini. La famiglia si era sempre opposta alle cure mediche tradizionali con la chemio, scegliendo per la figlia il metodo antiscientifico Hamer, che sostiene di guarire dai tumori con vitamina C e psicoterapia. Ai due coniugi la stessa condanna era stata inflitta in primo grado e confermata in Appello. La Corte di Cassazione, dunque, ha confermato la condanna a due anni, per omicidio colposo, dei genitori di Eleonora Bottaro, la giovane padovana di 17 anni morta per leucemia nell’agosto 2016 dopo essersi opposta alla chemioterapia prescritta dai medici, con le seguenti motivazioni. Secondo la suprema Corte già il tribunale, attraverso la nomina di una curatrice speciale della minore, “aveva ritenuto che la ragazza fosse condizionata dalle decisioni dei genitori, di cui si fidava ciecamente. Come ritenuto dal tribunale, dunque – prosegue la sentenza – il silenzio o il mancato approfondimento delle sue reali condizioni di salute dipendeva dal fatto che la giovane in realtà non credeva a quanto gli era stato rivelato dai medici, ma aveva fiducia unicamente nei genitori, i quali le avevano detto che la chemioterapia non era necessaria, anzi era nociva”.