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domenica, Giugno 16, 2024

Emanuela Orlandi, il Campidoglio “nega” la piazza per il sit-in a 40 anni dalla scomparsa

Il sit-in per i quarant’anni della scomparsa di Emanuela Orlandi non si potrà tenere in piazza del Campidoglio. Il motivo? Roma Capitale “preferisce soprassedere in vista del Giubileo del 2025”. La denuncia arriva da Pietro, il fratello della cittadina vaticana che, poco più che bambina, sparì nel nulla il 22 giugno del 1983 mentre rincasava da una lezione di musica. “Volevo precisare, per evitare fraintendimenti, alcune cose rispetto al prossimo sit-in di giugno per, purtroppo, i quarant’anni dal rapimento di Emanuela. Il sit-in si farà, certamente non al Campidoglio, ma si farà. Le cose purtroppo non sono andate come mi sarebbe piaciuto”, lo sfogo di Pietro affidato a un post su Facebook. Mentre dall’amministrazione capitolina, al momento, ci si limita a un ‘no comment’. L’idea era quella di tornare sul Colle capitolino come già fatto nel 2012, quando l’allora primo cittadino Gianni Alemanno concesse la piazza e anche la facciata di Palazzo Senatorio, dove una gigantografia del viso di Emanuela, accompagnata da un appello alla ‘verità’, venne esposta per diverso tempo. “Era un po’ che pensavo come organizzare questo anniversario- spiega il fratello- Avevo pensato di ripetere l’esperienza del 2012 quando chiesi al sindaco di allora, Alemanno, la possibilità di utilizzare la piazza del Campidoglio. Fu data la disponibilità, organizzarono un palchetto per gli interventi. Fu srotolato anche uno striscione per Emanuela dal balcone del Campidoglio dove rimase per diversi giorni”. Per i quarant’anni, perciò, “mi sarebbe piaciuto ripetere la stessa esperienza. Tramite una persona mi fu concesso subito un incontro con il sindaco Gualtieri al quale ovviamente parlarono della mia proposta, che a quanto mi dissero fu accolta molto positivamente. L’appuntamento con il sindaco Gualtieri era per il 26 aprile, però nel frattempo uscirono le polemiche e il fango organizzato che mi fu lanciato addosso da Vaticano e certi organi di stampa che cambiarono tutto”. Pochi giorni prima dell’appuntamento del 26 aprile, racconta Pietro, “mi comunicarono che ‘l’incontro è rimandato per impegni del sindaco‘. Aspettai qualche giorno, non sentii più nessuno e chiesi quando sarebbe stato possibile un nuovo appuntamento per poter organizzare l’evento. ‘Ti faremo sapere’. Ok, aspettai, poi dalla segreteria del sindaco comunicarono che ‘In riferimento al quarantennale della scomparsa di Emanuela Orlandi, il Campidoglio preferisce soprassedere in vista del Giubileo‘”. Una notizia, per Pietro, totalmente inaspettata: “Ma come? Visto che nel 2025 ci sarà il Giubileo è meglio che il Campidoglio non ricordi l’ingiustizia fatta ad una ragazzina per non rischiare di incrinare i rapporti col Vaticano? Può sembrare assurdo, invece è proprio così e mi è stato confermato che proprio le polemiche, volute in certi ambienti, di questi giorni hanno fatto fare al sindaco un passo indietro. Sinceramente sono amareggiato da questo atteggiamento remissivo che decisamente non fa fare una bella figura al primo cittadino di Roma. Purtroppo quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, che pensavo non esistesse più, è sempre molto presente”.

(Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)

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