venerdì, Aprile 26, 2024

La Cia lancia un video sui social per reclutare spie russe: “Per convincere i delusi dalla guerra”

Scordiamoci i paltò grigi dei discreti funzionari del “Cheghebè” (Kgb) che tramano al di là della cortina di ferro ed immortalati in decine di pellicole cinematografiche, i tempi cambiano e sembra averlo compreso anche la Cia – la Central intelligence agency, i servizi segreti statunitensi – che ora si lancia sui social, in modo “aperto” e senza doppie identità, con un video lungo due minuti volto a reclutare spie tra i russi per “convincere quanti sono delusi dalla guerra in Ucraina e dalla vita in quel Paese a condividere i loro segreti”.  La clip è stata postata all’inizio sul nuovo canale dell’agenzia di spionaggio Usa su Telegram, il social che in Russia costituisce una fonte altamente popolare di notizie non filtrate. Ma poi è stata messa online anche su altre piattaforme come YouTube, Twitter, Instagram e Facebook.  L’agenzia è convinta che i russi stiano vivendo un momento caratterizzato dal dubbio, dalla mancanza di uno scopo, dall’oppressione. Il video fa appello al loro senso di patriottismo e gioca sulla cultura russa, citando frasi di Tolstoy e Dostoyevsky. “Vivremo con dignità, grazie alle mie azioni”, dice il narratore in russo mentre una donna nella sua auto usa il telefono per contattare la Cia, prima che appaiano il logo dell’agenzia e le istruzioni per un contatto sicuro. La clip mostra diversi russi che raccontano le loro vite, che sembrano riflettere su decisioni importanti. Il tema della famiglia è presente ovunque. Il target di riferimento è chiaro: una donna che lavora su quello che sembra essere un computer governativo, un uomo che entra in un edificio governativo e mostra la sua carta d’identità prima di sedersi a una scrivania piena di documenti. Insomma, persone inserite nella macchina del potere, dell’amministrazione. Nessun riferimento a Vladimir Putin o alla guerra, in parte perché superfluo ma anche perchè si insiste su temi “senza tempo” che hanno convinto anche in passato i russi scontenti a contattare l’agenzia di Langley. 

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