giovedì, Aprile 25, 2024

Beirut, il porto torna operativo a quasi tre anni dall’esplosione che lo aveva devastato

Il porto di Beirut, distrutto dalla devastante esplosione di quasi tre anni fa nella quale rimasero uccise circa 250 persone, torna a essere pienamente operativo per consentire alle navi di grandi dimensioni di caricare e scaricare merci. Lo ha annunciato il ministro libanese uscente dei Trasporti e dei Lavori pubblici, Ali Hamiye, con un messaggio diffuso sui social network e ripreso dai media libanesi. Il porto era stato distrutto il 4 agosto 2020 nella deflagrazione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, che poi si è scoperto essere state illegalmente stoccate per diversi anni in uno degli hangar della struttura portuale. Nell’esplosione, definita come una delle 10 più potenti deflagrazioni non nucleari della storia, un terzo della capitale libanese era stato danneggiato, costringendo 300mila persone ad abbandonare temporaneamente o in via definitiva le proprie case, e ferendo più di 6mila persone, molte delle quali sfigurate e menomate a vita. L’inchiesta libanese sull’esplosione del 4 agosto 2020 è stata di fatto insabbiata dall’élite politica al potere e fortemente contestata da ampi settori dell’opinione pubblica. Il giudice Tareq Bitar, che formalmente ancora guida le indagini, aveva inserito nella lista delle persone sospettate di essere responsabili dell’esplosione otto personalità di rilievo nelle istituzioni politiche e in quelle militari e di sicurezza del Paese. Il Libano è al collasso economico dall’autunno del 2019, quando si è palesato il fallimento del sistema bancario. In più, il Paese dei Cedri è da mesi senza un governo nel pieno dei suoi poteri e senza il presidente della Repubblica.

Articoli correlati

Ultimi articoli