In Italia la mortalità materna è in calo: -24,5% tra il 2011 e il 2019. È uno dei dati derivanti dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss). Sono decedute in totale 365 mamme su 4,4 milioni di bimbi nati. Il dato peggiore si registra in Campania. Tuttavia, il numero varia notevolmente a seconda dell’area geografica.
I dati Secondo l’analisi dell’Iss, nel periodo 2011-2019 la mortalità materna media in Sicilia è stata di 13,1 decessi ogni 100 mila nati vivi, pari a circa tre volte e mezzo rispetto a quella registrata in Toscana (3,6). Il numero maggiore di decessi si è verificato in Campania: 53 su 461 mila bimbi nati. Segue la Lombardia (52 decessi), dove pero’ è avvenuto anche il maggior numero di parti (753.540). Poi la Sicilia, con 51 decessi su 388mila parti. La Toscana è la regione più sicura con 3,6 morti per 100mila nati; seguono le province autonome di Trento e Bolzano (rispettivamente a 4,6 e 4,2). Lombardia, Veneto, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia hanno tassi compresi tra 6 e 7 decessi per 100 mila. Valori elevati, oltre che in Sicilia, anche in Sardegna (12,2 decessi per 100mila nati) e Campania (11,5). Tassi sopra i 10 decessi per 100mila anche in Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Molise.
La proporzione di morti definite come “evitabili” è risultata pari al 41% del totale, in linea con quanto riportato in altri Paesi dotati di un sistema di sorveglianza avanzato. “Tale valore – spiega Serena Donati, direttrice del Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva dell’Iss- dimostra che le attività di ricerca e aggiornamento professionale, coordinate da ItOSS e sostenute dalla comunità scientifica nel Paese, sono in grado di ridurre le morti evitabili”. ItOSS ha documentato anche una riduzione significativa delle morti materne dovute a complicazioni emorragiche nelle 6 regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia) che, fin dall`inizio alla sorveglianza, hanno aderito e partecipato alle attività di ricerca e aggiornamento progettate per raggiungere questo risultato. Il numero di decessi per cause emorragiche nelle 6 regioni è infatti passato da 2,49 a 0,77 ogni 100.000 nati vivi.