venerdì, Marzo 29, 2024

Politecnico di Milano: l’Italia ancora lenta sulle rinnovabili, lontano l’obiettivo per il 2030

Il ritmo con cui l’Italia sta installando nuovi impianti con energia rinnovabile è decisamente troppo lento rispetto a quanto servirebbe per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030 (125-150 GW). Questo il bilancio contenuto nel Rapporto sulle energie rinnovabili 2023 (Rer) realizzato dall’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Nel dettaglio i poco più di 3 GW aggiunti nel 2022 (eolico e fotovoltaico), benché rappresentino una crescita del 125% sul 2021 sono appena un terzo dei circa 10 GW che dovremmo aggiungere annualmente per tenere il passo della Germania, Spagna e Francia (la quale però nel mix aggiunge l’energia nucleare). E nel frattempo l’elettrificazione dei consumi corre, cosa che porterà al raddoppio del fabbisogno elettrico entro il 2050. “Eppure – sottolinea il rapporto – le ragioni economiche, sociali e ambientali per puntare sulle rinnovabili ci sono: il raggiungimento dei target 2030 comporterebbe investimenti per le nuove installazioni tra i 43 e i 68 miliardi di euro (dipende se si considerano gli obiettivi “minimi” del Pte, il Piano per la transizione energetica, pari a 63 GW di nuove installazioni, oppure quelli più ambiziosi di Elettricità Futura, in linea con il RepowerEu definito dalla Commissione europea, pari a 82 GW), suddivisi tra 34-42 miliardi per il fotovoltaico e 14-21 per l’eolico, e genererebbe tra i 310.000 e i 410.000 nuovi posti di lavoro”. “Il tempo che rimane da qui al 2030 è poco – sottolinea Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy – e senza un’accelerazione ci troveremo con una copertura del fabbisogno elettrico da rinnovabili di solo il 34%, contro il 65% richiesto dal Fit-for-55 e i target ancora più alti di RepowerEu, che arrivano all’84% sulla generazione elettrica nazionale. Quello che manca sono soprattutto i grandi impianti, con un coefficiente di saturazione per le aste che negli ultimi 4 bandi non ha mai superato il 30%”.

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