giovedì, Aprile 25, 2024

Due anni fa il disastro della Funivia del Mottarone 

Due anni fa lo schianto che provocò 13 morti e un solo sopravvissuto, Eitan, di 5 anni. Due anni, dal crollo della funivia del Mottarone, densi di eventi, di emozioni e di colpi di scena, da quella domenica del maggio 2021. Li ripercorriamo alla vigilia del secondo anniversario. E’ una domenica mattina di sole a Stresa, sulla sponda piemontese del lago Maggiore. La Funivia che collega il lido con la vetta del monte Mottarone e’ in movimento dalle 9,30. L’attivita’ dell’impianto era ripresa da un mese, a fine aprile, dopo una lunga chiusura per la pandemia. Improvvisamente, verso le ore 12:30, a pochi metri dalla stazione di monte, la fune traente dell’impianto si spezza, causando il distacco di una delle cabine, la numero 3. La cabina torna indietro appesa al cavo portante a forte velocita’, poi va sbattere contro uno dei piloni del tracciato e precipitata al suolo dopo una caduta di oltre 20 metri, rimanendo incastrata in una zona boschiva lontana da strade carrabili. Il bilancio dell’incidente va aggravandosi di minuto in minuto. In un primo momento si parla di 6 morti, poi di 8, poi di 10. Alla fine, il bilancio sara’ di 14 morti sul colpo, con due bambini trasferiti in gravissime condizioni all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Il primo, Mattia Zorloni, di cinque anni, non riuscira’ a salvarsi e morira’ in serata, come i suoi genitori Vittorio Zorloni ed Elisabetta Persanini, di 55 e 37 anni. L’altro bimbo e’ Eitan Biran, che alla fine sara’ l’unico sopravvissuto e diventera’ il simbolo di questa terribile strage: nello schianto ha perso il papa’ Amit Biran, 30 anni, la mamma Tal Peleg, 26 anni, e il fratellino Tom, 2 anni, oltre ai bisnonni Barbara Cohen Konisky, di 71 anni e Itshak Cohen, di 82. Sono una famiglia di origine israeliana che vive a Pavia. Immediatamente dopo i soccorsi, arriva al Mottarone il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi che dispone il sequestro dell’impianto della Funivia. Il magistrato conferma che la causa dello schianto e’ la rottura del cavo traente “che – dice – si e’ spezzato di netto”. – Si procede, dice il procuratore, per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.  Il procuratore Olimpia Bossi spiega parlando con i giornalisti, le cause dell’incidente: “Anzitutto la rottura del cavo trainante, che e’ stato rinvenuto spezzato e a terra. A fronte di questa rottura avrebbe dovuto entrare in funzione un sistema di emergenza che avrebbe dovuto determinare il blocco immediato della cabina, cosa che invece non e’ avvenuta. Il motivo per cui questo non e’ avvenuto sara’ oggetto degli accertamenti”. E si comincia per la prima volta a parlare del cosiddetto “forchettone”, che serve per disattivare i freni di emergenza.

Articoli correlati

Ultimi articoli