domenica, Novembre 23, 2025

Papa Francesco: “No a un’economia che uccide. O si serve Dio o si è servi del denaro”

“Mi viene in mente, parlando di denaro, un passo del Vangelo: quando Gesù ci dice che non si possono servire due signori: o tu servi Dio – e io mi aspettavo che dicesse ‘o servi il diavolo’ – no, o tu servi i soldi, quindi i soldi peggio del diavolo. Dobbiamo cercare cosa vuol dirci Gesù in questo: c’è un messaggio, o servi Dio o sei servo del denaro, non sei libero”. Lo ha detto papa Francesco in un passo a braccio del discorso rivolto stamane alla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, che con un convegno in Vaticano celebra i suoi trent’anni dalla fondazione. Il Papa ha riconosciuto alla “Cetesimus Annus” “l’impegno di studiare e diffondere la Dottrina sociale della Chiesa, cercando di mostrare che non è solo teoria, ma può diventare stile di vita virtuoso con cui far crescere società degne dell’uomo. La centralità della persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà, in questi trent’anni per voi si sono trasformate in azioni concrete e hanno contagiato il cuore e le azioni di tante persone”.  Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ha proseguito, “ho voluto mettere in guardia dal pericolo di vivere l’economia in modo malsano. “Questa economia uccide”, dicevo nel 2013, denunciando un modello economico che produce scarti e che favorisce quella che si può definire globalizzazione dell’indifferenza. Molti di voi operano nel campo economico, ha aggiunto: sapete bene quanto può essere di giovamento per tutti un modo di immaginare la realtà che ponga al centro la persona, che non sminuisca il lavoratore e che cerchi di creare il bene per tutti”. “Cura ambiente e attenzione a poveri sono questioni inscindibili”. L’Enciclica Laudato si’, ha detto ancora Francesco, “ha messo in luce il danno dovuto al paradigma tecnocratico dominante e ha proposto la logica dell’ecologia integrale, dove “tutto è connesso”, “tutto è in relazione” e la questione ambientale è inscindibile dalla questione sociale, vanno insieme”. Per il Papa, “la cura dell’ambiente e l’attenzione ai poveri stanno o cadono insieme. In fondo, nessuno si salva da solo e la riscoperta della fraternità e dell’amicizia sociale è decisiva per non scadere in un individualismo che fa perdere la gioia di vivere. E anche perdere la vita”. Bergoglio, riprendendo infine il tema del convegno, ha esortato a “pensare e agire in termini di comunità”, che “è dunque fare spazio agli altri, è immaginare e lavorare per un futuro dove ciascuno possa trovare il suo posto e avere il suo spazio nel mondo. Una comunità che sa dar voce a chi non ha voce è ciò di cui tutti abbiamo bisogno”. Citando anche l’enciclica “Fratelli tutti”, Francesco ha poi detto che “solidarietà è una parola che non sempre piace; ma è una parola che esprime molto più che alcuni atti di generosità sporadici. È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, della disuguaglianza, della mancanza di lavoro, terra e casa, della negazione dei diritti sociali e lavorativi. È far fronte agli effetti distruttori dell’impero del denaro: i dislocamenti forzati, le migrazioni dolorose, la tratta di persone, la droga, la guerra, la violenza. La solidarietà, intesa nel suo senso più profondo, è un modo di fare la storia”. 

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